Nell'Agrigentino
Dispersa per l'alluvione a Favara, la famiglia di Marianna lancia un appello: «Proseguite le ricerche». E annuncia un esposto
I familiari, con il proprio legale, hanno convocato una conferenza stampa: esprimono dubbi sull’allerta meteo e sulla manutenzione del convogliatore dopo la scomparsa

I familiari di Marianna Bello, la trentottenne di Favara, madre di tre figli, dispersa da 18 giorni per l’alluvione che ha colpito il comune, non si danno pace. Il fatto che della loro congiunta non ci sia più traccia è qualcosa di troppo doloroso; un dolore aggravato dalla consapevolezza di quanto sia difficile poterla ritrovare in vita. I parenti di Marianna giustamente non si arrendono e chiedono «di proseguire le ricerche». Lo fanno la sorella Flavia Bello, il marito della dispersa Renato Salamone e il loro legale, l’avvocato Salvatore Cusumano, annunciando anche la presentazione di un esposto per valutare eventuali errori e responsabilità nell’allerta meteo che avrebbe dovuto mettere in guardia circa i rischi di quella mattinata di maltempo.
Quel giorno la donna si trovava in auto e, pensando di mettersi al riparo dalla furia dell’acqua che aveva inondato la strada che stava percorrendo, si era fermata uscendo fuori dal mezzo; un gesto che però le è risultato fatale dal momento che, una volta fuori dall’auto, è stata trascinata proprio dalla violenza di quel fiume in piena. Nei giorni scorsi sono stati rinvenuti alcuni oggetti personali della dispersa: una scarpa, una borsa con documenti e un portafoglio, ma il corpo di Marianna sembra essere svanito nel nulla.
La famiglia di Marianna, attraverso il legale Antonio Cusumano, nel corso di una conferenza stampa, ha espresso pubblicamente, per la prima volta, gratitudine alle istituzioni militari e civili ma chiede di non interrompere le operazioni di ricerca. «La famiglia ringrazia pubblicamente, per la prima volta, le istituzioni militari e civili. Chiediamo la prosecuzione delle ricerche. Abbiamo appreso – spiega Cusumano – che il piano di ricerche si interromperà entro il ventesimo giorno dalla scomparsa. Lanciamo un appello al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio, al ministro dell’Interno e al suo più alto rappresentante in provincia che è il prefetto: proseguite le ricerche affinché Marianna possa tornare a casa, affinché le si possa dare una degna sepoltura e i suoi figli possano piangere la propria madre in un luogo degno e certo». L’avvocato richiama un precedente a Sciacca, tra il 2016 e il 2017: «Le ricerche – ricorda – proseguirono per più di 20 giorni. Chiediamo, con il cuore in mano, al prefetto e alle istituzioni di non fermare le ricerche». La famiglia annuncia inoltre che, al termine delle attività, presenterà un esposto. «Credo che sia fondamentale – spiega l’avvocato Cusumano – trovare il responsabile di tutto ciò, capire se l’allerta “gialla” era davvero “gialla” e non “rossa”, e capire soprattutto se, negli anni, il convogliatore d’acqua piovana sia stato manutenuto a regola d’arte, perché crediamo che se la manutenzione fosse stata fatta oggi non saremmo qui a chiedere o a cercare Marianna». E conclude: «Se la Procura dovesse individuare eventuali responsabili, noi saremo pronti a costituirci parte civile».
Le ricerche frattanto proseguono tra la zona del Conzo e l’area dello Sport Village nella speranza che questa dolorosa vicenda possa avere un epilogo con la restituzione del corpo alla famiglia.