L'INCONTRO POLITICO
Il Bersani pensiero ad Aci Sant'Antonio: tra "i personaggi autunnali" della politica siciliana, Gaza e i giovani nelle piazze
L'ex segretario del Pd è stato ospite per la presentazione del suo libro "Chiedimi chi erano i Beatles". Palestra pienissima per ascoltare uno dei volti più amati dal popolo della sinistra
Una palestra strapiena ha accolto ad Aci Sant’Antonio Pierluigi Bersani, ospite di un evento organizzato dal Partito Democratico locale e dai Giovani Democratici. L’occasione è stata la presentazione del suo libro “Chiedimi chi erano i Beatles”, ma nelle oltre due ore di chiacchierata si è parlato di politica estera e regionale, di Gaza e del popolo, soprattutto giovani, che ha riempito le strade nelle ultime settimane per manifestare a favore della Palestina e della Global Flotilla.
I GIOVANI NELLE PIAZZE E IL PDL'ex segretario del Pd si è soffermato a lungo sulle grandi manifestazioni pro Palestina delle ultime settimane, con milioni di giovani in prima fila. «O mi sbaglio - ha detto tra le altre cose Bersani - o questa generazione dai 18 ai 25 anni non è attratta da un partito liquido, che accoglie tutto e tutti. Vorrebbero una roba seria che si facesse rispettare, con regole precise. Un partito coerente, che le cose che dice le fa. È impressionante la reazione quando vedono la faccia o viene evocato il nome di Berlinguer. Poi parlandone, molti non ne sanno nulla. Però quella faccia parla di serietà, coerenza, onestà, rigore. Non sottovalutiamo questo aspetto».
«Ho chiesto ad Anthony Barbagallo (segretario regionale del Pd ndr) come andasse alla Regione. E lui ha cominciato a nominarmi tutti i capi... ragazzi, ma ancora loro?». Inizia così il breve passaggio di Bersani sulla politica siciliana, che strappa subito risate e applausi dal pubblico. «Bisogna dirgli che c’è un altro modo di fare politica. Questo però deve incoraggiarvi - ha continuato rinvolgendosi ai tanti giovani presenti - perché è talmente autunnale questa scena politica, di questi personaggi, che non può non venir fuori una primavera. Dovete avere fiducia, perché il troppo è troppo...».
LA FASE DUE A GAZASpazio per la politica estera e per la fragile tregua in vigore a Gaza. Che ruolo può avere l’Italia? «Lì c’è bisogno di tutto, quindi ben venga una mano sui temi della sanità, dell’alimentazione. Ma questo lo fai anche per un terremoto. Un genocidio non è un terremoto, quindi insieme agli aiuti devi avere una politica. L’Italia deve dare una mano a cinque, sei Paesi europei per una posizione univoca e contribuire a un processo di pace vero, perché qui siamo in una fase di grande fragilità. I palestinesi devono governarsi da soli. E per questo Israele non dovrebbe tenere in galera i più rappresentativi. Pensiamo a Mandela: quando hai fatto 20 anni di carcere e poi esci, ti metti in una posizione di trovare una soluzione. Se la Meloni si vuole occupare di qualcosa, si occupi di questo».