la lectio magistralis
All'università di Messina la Laurea honoris causa a Paola Cortellesi. «La rivoluzione contro la violenza è un istinto d'amore»
Lectio magistralis dell'attrice all'ateneo della città dello Stretto. Ad ascoltarla anche i genitori di Sara Campanella e Lorena Quaranta, studentesse vittime di femminicidio
di Giorgia Nunnari
"È stata in grado di illuminare in maniera mirabile il senso più alto degli studi con cui si identifica il sapere universitario e ha consentito alla comunità di cogliere l'essenza esistenziale della libertà e il valore del contrasto radicale a ogni forma di violenza" così il professor Lo Giudice ha motivato la laurea a honoris causa in giurisprudenza a Paola Cortellesi, conferita questa mattina nell'aula magna del Rettorato dell'Università degli Studi di Messina.
Nel ricordare la carriera e l'impatto che il lavoro dell'attrice ha avuto sulla società, ci si è infatti soffermati soprattutto sul film esordio alla regia "C'è ancora domani", con cui ha dato risalto alla potenza del diritto al voto e alla storia del paese e in cui ha affrontato il tema della violenza di genere. Un tema particolarmente rilevante in questo momento in cui si ripropone giornalmente nei fatti di cronaca e a pochi giorni dalla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ma che a Messina è anche e soprattutto rilevante se si pensa alle vicende di Sara Campanella e Lorena Quaranta. A loro, nella stessa mattinata, l'Università ha intitolato il Cortile del Rettorato, dedicandogli una targa e un intenso momento di raccoglimento.
Per Cortellesi, C'è ancora domani è nato dal desiderio di compiere un viaggio nel passato che potesse risuonare nel presente e "perché avessimo ben presente quanto la cultura della prevaricazione sulle donne sia ancora profondamente radicata nel paese" ma anche mettendo in scena un riscatto. Da questa esigenza arriva la rivoluzione silenziosa della sua Delia, "non per una coscienza sociopolitica ma per istinto d'amore" nei confronti della figlia, e attraverso lo strumento oggi forse troppo sottovalutato del voto.
Nel ringraziare l'attrice ha poi voluto citare produttori, scrittori, cast e tecnici invitando a ricordare il lavoro di tutti coloro che lavorano dietro a un film senza ricevere riconoscimenti. "Anche se ispirata dai tanti racconti custoditi dagli album fotografici, la memoria delle nostre bisnonne e dal presente di tante ragazze" - ha detto - "questa è una trama inventata, frutto del lavoro creativo di tante persone."

«Sono molto emozionata – ha commentato Paola Cortellesi – e desidero ringraziare la Rettrice e tutti coloro i quali hanno deciso di assegnarmi la Laurea Magistrale honoris causa in Giurisprudenza. ‘C’è ancora domani’ rappresenta un viaggio nel passato, compiuto affinché risuonasse in un presente dove esiste ancora la prevaricazione. In un libro per bambini di mia figlia ho trovato l’ispirazione per mettere in scena ciò che, con tutto il gruppo di lavoro, desideravamo. La storia di riscatto di una donna qualunque, Delia: la sua rivoluzione nasce da un profondo istinto d’amore. Dedico il riconoscimento a tutta la squadra che mi ha affiancato in questa avventura, alle donne che cercano ancora il proprio valore e a tutti i ragazzi e le ragazze che difendono la giustizia».
Presenti la Rettrice, prof.ssa Giovanna Spatari, il Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, prof. Alessio Lo Giudice, il Direttore generale, dott. Pietro Nuccio, i genitori di Lorena Quaranta e Sara Campanella, numerose autorità civili, militari e religiose. Subito dopo la Cerimonia, si è svolta anche l’intitolazione del Cortile del Rettorato a Lorena Quaranta e Sara Campanella, due studentesse dell’Ateneo vittime di femminicidio.

«Oggi il nostro Ateneo – ha detto la Rettrice – vive una giornata che unisce cultura, memoria e responsabilità civile. I due eventi odierni non sono distinti, ma gesti che raccontano una stessa visione che vuole educare alla giustizia e alla libertà. In quest’Aula c’è la sedia della campagna di sensibilizzazione sociale contro la violenza di genere ‘Posto Occupato’, simbolo silenzioso che vale più di mille parole. Allo stesso tempo, ‘C’è ancora domani’ di Paola Cortellesi rappresenta il primo film italiano che celebra il diritto di voto alle donne; educare al diritto significa educare alla democrazia e la deposizione della scheda in quell’urna del 1946 segna un esempio di cittadinanza attiva delle donne e di forte desiderio di quella libertà che anche Lorena e Sara inseguivano nel loro cammino di vita e di studi. Oggi vogliamo fare memoria affinché anche gli studenti futuri sappiano che nella storia di questa Università ci sono state due studentesse che avevano scelto la conoscenza – una studiava Medicina e l’altra Tecniche di Laboratorio biomedico – per affrontare il mondo che gli è stato negato».