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Il Milan può fare grandi cose, Allegri ha la... “pancia vuota”, il Napoli prende troppi gol, riecco l’Inter e occhio a Gasp

Quel gran genio di Pulisic rende magica la notte del Milan. Un gol e un assist, quella sgommata in avvio che accende Saelemaekers e porta la partita sul territorio preferito di Max

Alfredo Pedullà

29 Settembre 2025, 10:25

15 Ottobre 2025, 10:26

Il Milan può fare grandi cose, Allegri ha la... “pancia vuota”, il Napoli prende troppi gol, riecco l’Inter e occhio a Gasp

Massimiliano Allegri

Quel gran genio di Pulisic rende magica la notte del Milan. Un gol e un assist, quella sgommata in avvio che accende Saelemaekers e porta la partita sul territorio preferito di Max Allegri. Controllo e ripartenza, ma rispetto all’ultima esperienza con la Juventus si nota un allenatore con la pancia vuota e non piena, il triplo delle motivazioni e quell’anno sabbatico che gli è servito - eccome - per ricaricarsi.

Il Milan vada oltre i numeri, sia pure esaltanti: quarta vittoria di fila, primato in condominio con Napoli e Roma, classifica cortissima e stagione che diventa imprevedibile. Il Milan vada oltre perché ha avuto riscontri ancora più confortanti: un centrocampo pieno di qualità (Modric più Rabiot sono la coppia perfetta, Fofana il filtro giusto), un’idea di squadra che rende il concetto, gli equilibri che Max ha sempre invocato, la gestione della sofferenza in inferiorità numerica. E per sparigliare Pulisic, appunto, in una posizione che gli permette di essere uomo ovunque con quella tecnica sopraffina, quattro occhi al posto di due, la scelta giusta in nome dell’imprevedibilità.

Il Napoli è stato scompaginato da quell’episodio iniziale, ha accarezzato l’impresa dopo il rosso a Estupinan e il rigore di De Bruyne, ha cercato una reazione con pochi sbocchi tranne un paio di giocate firmate Neres, non deve certo sottoporsi a processi di alcun tipo. Ma c’è un dato che va considerato: dopo Firenze, prestazione perfetta, il Napoli ha perso colpi, incassato troppi gol (quattro nelle ultime due partite) e smarrito le certezze che il lavoro di Conte aveva trasmesso a dismisura. Si tratta di un piccolo campanello, non di un allarme, che va analizzato senza snobbarlo.

La quinta giornata va in archivio con alcune indicazioni significative. Intanto l’Inter, senza troppi giri di parole: ha un organico sempre di lusso, proprio per questo motivo le due sconfitte di fila avevano fatto non poco rumore. Adesso la normalità è stata ripristinata, la stagione è lunga, c’è tempo per mettere qualche medaglia al petto, il centrocampo ha sempre in Calhanoglu un uomo solo al comando, nessuno può discutere la prolificità di Lautaro accanto a Thuram. Il primo gol in nerazzurro di Pio Esposito era stato atteso con la stessa ansia di chi desidera dissetarsi nel deserto. Il ragazzo va lasciato tranquillo, qui ha ragione Chivu, perché il talento non si discute, la profondità della carriera anche, a patto che non gli mettano una pressione senza senso. Noi siamo bravi a creare aspettative su cose normali, piuttosto che sulle vere emergenze che passano spesso inosservate.

La pressione, invece ce l’ha Tudor che deve evitare quanto fatto in passato da Thiago Motta, ovvero che qualsiasi incompiuta passi come una cosa normale. Tudor ha una Juve completissima e massimamente assortita negli ultimi 30 metri, la sensazione che abbia idee leggermente confuse come chi cambia abito ogni giorno pensando di essere più elegante, invece lo è meno di prima. Basterebbe prendere esempio da Gasperini che sta modellando la Roma, pur non avendo avuto tutta la stoffa che aveva chiesto. E allora come si fa? La rivalutazione del talento smarrito: prima Pellegrini, poi Dovbyk, quattro vittorie in cinque partite, appena un gol incassato e un interessante “palazzo” che edificherà un po’ per volta. Chissà se a Pioli fischieranno le orecchie: dal mercato ha avuto tutto, alla Fiorentina ha restituito quasi nulla, se non un inno alla confusione.