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il caso

Avviato il procedimento sulla concessione del PalaShark

Aperto l’iter di revoca dell’impianto alla Trapani Shark, che avrà 30 giorni per controdedurre. Il patron Antonini annuncia l’addio: «La squadra va via». Il sindaco Tranchida invita alla calma: «I contenziosi si risolvono nelle sedi opportune»

Redazione Trapani

05 Novembre 2025, 15:56

Avviato il procedimento sulla concessione del PalaShark

Il Comune di Trapani ha avviato formalmente il procedimento di revoca, decadenza o risoluzione della concessione stipulata con la società sportiva di basket Trapani Shark per l’utilizzo del palazzetto dello sport.

Nel documento si legge che la società avrà trenta giorni di tempo per presentare memorie scritte, documenti o chiedere di essere ascoltata per controdedurre alle contestazioni e proporre, ove possibile, soluzioni alternative nel rispetto della legge. Immediate le reazioni.

Il patron della squadra, Valerio Antonini, ha annunciato sulla propria pagina Facebook l’addio definitivo del club alla città: «Cari trapanesi, mi dispiace ma la Trapani Shark va via da Trapani per colpa esclusivamente di Giacomo Tranchida, che ora in tribunale vedrà scatenarsi ogni possibile azione risarcitoria. Inoltre porteremo via dal PalaShark ogni materiale di nostra proprietà: parquet, canestri, panchine, led, poltrone ed altro». Un messaggio che ha acceso il dibattito cittadino e mediatico.

Il sindaco Giacomo Tranchida, intervenuto in conferenza stampa al PalaShark, ha definito la vicenda «un frullatore mediatico» e ha invitato alla calma: «I contenziosi si risolvono nelle sedi opportune, non sui social. Qualche esagitato ha persino minacciato consiglieri comunali. È un clima d’odio che va fermato».

Tranchida ha ricordato di aver chiesto ad Antonini, in passato, un aiuto per rilanciare il basket trapanese, ringraziandolo per gli investimenti, ma ribadendo un principio: «Chi vuole investire troverà sempre i tappeti rossi dall’amministrazione, purché nel rispetto delle regole».

Il primo cittadino ha spiegato che l’articolo 5 della convenzione non può essere applicato a società a fini di lucro e che la revoca non costituisce una condanna, ma un passaggio dovuto: «L’avvio del procedimento non è un verdetto. Attendiamo che la parte presenti la documentazione dovuta. Mi auguro si possa ancora trovare una soluzione, ma deve avvenire nel rispetto della legge e dell’interesse collettivo».

La vicenda, che intreccia sport, politica e diritto amministrativo, rischia ora di lasciare la città senza la sua squadra simbolo, mentre il futuro del basket trapanese appare oggi incerto.