Il caso
Torre del Grifo, aspettando le mosse di Pelligra
Giorni di riflessione per le due cordate in gara per assicurarsi l'impianto, ma il patron del Catania ha una strategia

Nel fine settimana di commenti, ipotesi e ricerca spasmodica di novità sulla gara per aggiudicarsi Torre del Grifo è calato il silenzio. Non c’è un vuoto perché le parti interessate al Village e i tifosi hanno puntato lo sguardo al match del Massimino tra Catania e Salernitana, scontro al vertice di una classifica che potrebbe accorciarsi o restare immutata. Dipende dal risultato del confronto in programma domani.
In casa Catania Fc il presidente Ross Pelligra, che ha concluso — come vi abbiamo riferito ieri — due affari da 500 milioni ciascuno proprio in Australia, si è concesso due giorni di riflessione. C’è la partita anche e soprattutto per lui, ma all’inizio della prossima settimana potrebbe esprimersi sulla direzione che vorrà prendere la società. Lasciare campo libero alla cordata di imprenditori siciliani oppure rilanciare? Se in un primo momento era quasi certo che Pelligra non avrebbe offerto un centesimo in più, dopo i quattro milioni — e la cauzione — messi sul tavolo già nel mese di maggio (poi i legali hanno perfezionato ogni operazione tenendo fede alle esigenze del Tribunale etneo), lunedì potrebbe tornare sull’argomento e cambiare idea. Insomma, Pelligra potrebbe rilanciare sulla gara che sarà valida fino a giovedì 23 ottobre.
Il regolamento è già noto: si potrà offrire una cifra non inferiore ai 250 mila euro per sorpassare l’offerta del competitor.
Da quello che emerge, tra parole non dette, ma spifferi che a Catania vengono sempre messi su piazza, la società che concorre per avere il Village potrebbe essere disposta a rilanciare fino a una cifra vicina ai sei milioni di euro. Dunque c’è un margine di offerta che potrebbe anche arrivare a sei milioni circa. Nessuno conferma, nessuno smentisce, tutti parlano e giudicano quel che potrebbe profilarsi da qui alla settimana entrante.
In città, e ripetiamo uno stato di cose noto a tutti quanti, una parte si è schierata apertamente con Pelligra e company perché considera Torre del Grifo ancora la casa del Catania e il centro potrebbe tornare a funzionare con una squadra di calcio (che nei giorni dell’apertura e per anni è stata in Serie A, adesso cerca di risalire scalando le categorie) che faccia da traino per le altre attività, mentre una parte vorrebbe in sella i soci made in Sicily per avviare un corso diverso da quello del club rossazzurro che ha, inevitabilmente, un piano d’azione per far funzionare ogni settore della struttura che occupa un’area di 150 mila metri quadri.
Poi le percentuali di gradimento per l’uno o l’altro “partito” sono soggettive, in tanti si divertono a lanciare exit poll che alimentano le chiacchiere da caffè al bar e non direzionano certo le intenzioni delle due parti interessate all’impianto.