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In Sicilia

Al via a Sala d'Ercole la seduta per il voto di sfiducia al presidente della Regione Schifani

Iniziata nel primo pomeriggio è presieduta dal presidente dell'Ars Galvagno

Redazione La Sicilia

02 Dicembre 2025, 14:49

16:51

Seduta a Sala d'Ercole per il voto di sfiducia al presidente della Regione Schifani

Al via la seduta a Sala d’Ercole, a Palazzo dei Normanni, sulla mozione di sfiducia al presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani. A presiederla è il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, per il quale, nella tarda mattina di oggi, la procura di Palermo ha chiesto il processo, con le ipotesi di corruzione e peculato. Presente in aula il presidente Renato Schifani.

Ismaele La Vardera, leader di Controcorrente: «Se il presidente Schifani non c'è io non intervengo. Mi fermo. Chiedo che i numeri non vengano conteggiati». Chiedo una sospensione». «La presenza del presidente - ha aggiunto - è obbligatoria. La mozione non è verso il vicepresidente Sammartino che avrebbe mille motivi per essere sfiduciato anche lui, ma nei confronti di Schifani».

Antonello Cracolici, deputato regionale del Pd e presidente della commissione regionale Antimafia: «Il presidente della Regione, Renato Schifani, è inadeguato a fare questo mestiere. In questi giorni ha parlato della fatica del presidente. lo sappiamo che è faticoso. Ma oltre alla fatica ci vuole la forza dell'esempio. In questi ultimi mesi la Sicilia è diventata terra di predatori - ha aggiunto - personaggi che frequentano gli assessorati e i dipartimenti. Faccendieri e intermediari di professione, che hanno solo l'obiettivo di fare soldi sugli interessi pubblici di questa regione. Comunque finirà oggi, è un presidente che non potrà più essere esempio, un presidente che non avrà alcuna autorevolezza, nè davanti al suo governo, nè agli occhi dei siciliani».

Antonio De Luca, capogruppo del M5s: «Ci sarebbero voluti giorni per illustrare tutte le motivazioni che dovrebbero indurre il Parlamento a mettere la pietra tombale su questa legislatura inefficace, inconcludente, costellata da scandali, indagati e imputati e sicuramente una delle peggiori della nostra storia. Per alcuni questa mozione è inutile, visto che non dovrebbero esserci i numeri per farla approvare. Dissento in modo categorico. A parte il fatto che questa mozione è un atto dovuto: una reazione etica obbligata di fronte a un governo che si distingue per inefficacia e inefficienza, travolto da scandali in serie, delegittimato dalle inchieste della procura e pronto a sciogliersi come neve al sole a ogni richiesta di voto segreto, questa mozione un risultato lo ha già ottenuto: è riuscita, presidente, a farle ritrovare la strada per Sala d'Ercole che aveva smarrito da mesi nonostante le nostre reiterate richieste e le sue promesse di presenziare a una seduta d'aula speciale sul disastro sanità. Visto che lei - ha detto De Luca a Schifani - è amante dei premi, a tal punto da autoattribuirsene uno a spese dei siciliani, uno glielo assegno io. La nomino ambasciatore dei proclami fasulli, considerato che finora solo questo ha fatto, a partire dall'annuncio dell'azzeramento delle liste d'attesa fatto un anno e mezzo fa e purtroppo ancora oggi più vive che mai, alla lotta contro la raccomandocrazia che lei affermò essere una delle principali scommesse del suo governo, cosa che il caso Cuffaro, solo per fare un esempio, ha clamorosamente smentito».

Vincenzo Figuccia, deputato questore della Lega: «Ho ascoltato con attenzione gli interventi dell'opposizione. Sono state dette alcune cose meritevoli di riflessione. Serve un grande senso di responsabilità da parte di tutti, aldilà degli schieramenti. Stanno emergendo aspetti rilevanti che meritano approfondimento e scelte coraggiose. La giornata è lunga e non si possono escludere colpi di scena».

Cateno De Luca, capogruppo di Sud chiama Nord: «In Aula farò un'analisi di quello che è successo a Schifani in questi tre anni, avendo un'esperienza dell'amministrazione e avendo percepito quali sono le situazioni che lo hanno portato a sbattere. Ribadirò il sostegno alla mozione di sfiducia, anche con l'esortazione a cambiare passo».