Il colloquio
Ponte sullo Stretto, Nicita: «Quest’opera non si farà mai. Ridare 1,6 miliardi a Sicilia e Calabria»
Emendamento del senatore dem alla manovra nazionale «Riassegnare i fondi per altro Schifani si intesti la richiesta»
E adesso restituite alla Sicilia e alla Calabria 1,6 miliardi di euro destinati al Ponte sullo Stretto. A chiederlo, con un emendamento presentato alla Finanziaria nazionale, è il Partito democratico, primo firmatario il senatore siciliano Antonio Nicita. Tra le seimila proposte di modifica alla manovra di bilancio di prossima discussione presentate da tutti i gruppi parlamentari, c'è anche questa. Alla luce delle due recenti bocciature della Corte dei Conti, i dem chiedono di disinvestire le risorse del Fondo sviluppo e coesione destinate alla mega opera e di impegnarle su altre infrastrutture.
Il progetto del Ponte, comprensivo di opere complementari, vale 13,5 miliardi. Di questi, 6,2 miliardi verrebbero prelevati dal Fsc, il fondo nazionale destinato a promuovere lo sviluppo economico e il riequilibrio territoriale, riducendo gli squilibri tra le diverse aree del paese. In particolare al Sud con i fondi Fsc si finanziano molte opere. Per fare qualche esempio: in Sicilia si stanno realizzando il raddoppio ferroviario Palermo-Catania-Messina, strade, condotte idriche, interventi di riqualificazione nelle città, ma anche il restauro del teatro Politeama a Palermo o del Castello Ursino a Catania.
Il governo nazionale ha deciso di destinare una fetta - 6,2 miliardi - dei fondi 2021-2027 al Ponte sullo Stretto. In particolare 1,6 miliardi verrebbero sacrificati direttamente dalle Regioni Sicilia (1,3 miliardi) e Calabria (300 milioni). «Una resa di Schifani al capriccio del ministro Salvini», sottolinea il senatore Nicita. Altri 3 miliardi e 882 milioni a valere sul Fsc nazionale e i restanti 718 milioni dal Fsc in capo alle amministrazioni centrali.
L'emendamento del Pd propone di sopprimere gli articoli della legge di bilancio 2023 in cui queste somme venivano destinate al Ponte. E di riassegnare 1,6 miliardi, entro 30 giorni dall’approvazione della nuova finanziaria, alle due Regioni «con priorità per il rafforzamento della mobilità stradale, marittima e ferroviaria, il completamento di reti autostradali, l'edilizia sanitaria e scolastica, il sostegno alle imprese, la resilienza energetica, la riconversione ecologica e la riqualificazione dei lavoratori».
«La Corte dei Conti - spiega Nicita - ha posto dei rilievi seri, non emendabili in breve tempo. Tenere bloccati questi fondi, considerato che si devono impegnare entro il 2027, non ha senso». L'emendamento farà parte di quelli «segnalati» dal Pd per la discussione in aula. «Faccio un appello al presidente Schifani - conclude il senatore - si intesti lui questa richiesta a tutela dei siciliani, perché la beffa più grande sarebbe non potere usare le risorse, congelarli per il ponte che non si sa se e quando si farà, e nel frattempo vedere opere bloccate perché non ci sono fondi alternativi».

