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Il rimpasto a catania

Giunta Trantino, il giorno dei nuovi assessori: da Musumeci a Pogliese, pienone a Palazzo degli Elefanti

Ben più che «solo posti in piedi». Il primo piano del municipio era gremito come nelle grandi occasioni, avvistato (per pochissimo) perfino il ministro della Protezione civile

Luisa Santangelo

17 Novembre 2025, 15:49

22:01

Giunta Trantino, Palazzo degli Elefanti gremito per il giuramento dei quattro nuovi assessori: ecco chi sono e cosa c'è dietro alle nomine

A Palazzo degli Elefanti c'è il pubblico delle grandi occasioni. Più che il giuramento di quattro nuovi assessori, che aspettavano da mesi di diventarlo, la folla è quasi quella dell'insediamento. Salone gremito di ospiti vocianti. Tant'è che il sindaco Enrico Trantino è costretto più volte a chiedere silenzio, e a interrompersi per potere parlare, mentre tenta di presentare la sua squadra così come emendata da questa mattina. A sostituire Alessandro Porto (ex Movimento per l'autonomia, oggi Fratelli d'Italia), Paolo La Greca (quota Trantino), Sergio Parisi (Fratelli d'Italia e, dopo, quota Trantino anche lui) e Bruno Brucchieri (Mpa) arrivano: Luca Sangiorgio (FdI), deleghe a Urbanistica, Mobilità, Decoro urbano e Rapporti con l'università; Carmelo Coppolino (Mpa), Polizia municipale e Viabilità; Serena Spoto (Mpa), Servizi sociali, Inclusione e Famiglia; Daniele Bottino (FdI), Servizi demografici, Decentramento, Protezione civile, Dissesto idrogeologico, Patrimonio e Rapporti con il Consiglio comunale.

La delega al Verde passerà dall'assessore Massimo Pesce (Forza Italia), già titolare di Ecologia e Igiene urbana, all'assessore alle Manutenzioni Giovanni Petralia (FI); mentre l'assessore al Bilancio Giuseppe Marletta viene spogliato della delega al Patrimonio in favore di Bottino. Confermate le voci, già più volte riportate da questa testata, che le deleghe dell'ex assessore Parisi - cioè Sport, Politiche comunitarie e Lavori pubblici - saranno trattenute dal primo cittadino, che le somma alle deleghe a Zona industriale, Turismo e Cultura. 

«Da adesso ci auguriamo che il clima possa essere più sereno, dato che la giunta ricalca la composizione della maggioranza in Consiglio», ammette Bottino, fresco fresco di giuramento. «Mi scusi - si giustifica - Torno subito da lei, devo andare a salutare il ministro...». Ma è troppo tardi: il ministro della Protezione civile Nello Musumeci (già presidente della Regione e, prima ancora, della Provincia, meloniano e catanese doc) è già andato via, dopo un'apparizione rapidissima ed evanescente. È stato visto salire le scale del municipio intorno alle 12,30, ma alle 13 era già sparito. Presente e sorridente Salvo Pogliese, ex primo cittadino. Qualcuno insinua che lui e Parisi, già suo assessore, non si sarebbero salutati in piazza Duomo, prima che cominciasse il giuramento. Ma il senatore di FdI smentisce la ricostruzione: «Fra me e Sergio tutto bene».

Pogliese saluta tutti ed elargisce strette di mano, lietissimo di vedere sedere in giunta, finalmente, Sangiorgio, di professione notaio, coordinatore cittadino di Fratelli d'Italia ed ex consigliere comunale. Tra i "pogliesiani" è certamente uno dei più trasversalmente apprezzati, tant'è che il suo nome si era fatto già all'indomani delle elezioni. Anche perché aveva rinunciato alla ricandidatura al consiglio - e, successivamente, a ogni offerta di cda di società partecipatye - proprio per la promessa di un assessorato. «Molti mi chiedono chi me lo fa fare, adesso, dopo tutto questo tempo... La passione, è questa la verità», afferma il neo-assessore all'Urbanistica, genuinamente gongolante. A fargli da testimone per l'incarico è Erio Buceti, esponente del Consiglio comunale da lui supportato, presidente della commissione Urbanistica. 

A Palazzo, di fatto, è una festa per Fratelli d'Italia molto più che per gli altri partiti. Sono arrivati esponenti politici da tutta la provincia per festeggiare: avvistati il sindaco di Gravina di Catania (presidente in pectore del Parco dell'Etna) Massimiliano Giammusso; il sindaco di Biancavilla Antonio Bonanno; esponenti di partito da Palagonia a Paternò. Ci sono poi i componenti dei consigli di amministrazione di diverse delle società partecipate comunali. Tra i più sorridenti c'è Gianfranco Todaro, avvocato, presidente del cda di Catania Rete Gas. «Chissà se si dimette, adesso...», sussurra qualcuno, annunciando il prossimo argomento di confronto politico nel giorno in cui le polemiche dovrebbero essere lasciate alle spalle. Perché Todaro, anche lui vicino a FdI, è sempre stato considerato in "quota Bottino". E dunque, adesso che Bottino è assessore, quel posto di sottogoverno potrebbe essere ridistribuito.

Il dente duole là, sulla ridistribuzione. E sulle dimissioni dal Consiglio comunale dei neoassessori. Quelle di Daniele Bottino (che lascerebbe il posto all'ex consigliere comunale Santo Russo), per esempio, sono in forse. L'autonomista Serena Spoto, avvocata penalista, ex presidente di Multiservizi, invece, dovrebbe lasciare il suo scranno in aula consiliare per fare spazio all'ex assessore Brucchieri, che è anche primo dei non eletti. A farle da testimone al giuramento è il presidente del Consiglio Sebastiano Anastasi.

«Dai Servizi sociali dipende la tenuta della città», dice Spoto nelle sue prime parole da componente della giunta. È vero, ha ragione lei. Tant'è che il partito di cui è esponente in quell'assessorato aveva piazzato Giuseppe Lombardo, attuale deputato regionale, nipote del leader Raffaele. Non uno qualunque. In quota Mpa arriva in giunta pure il radiologo Carmelo Coppolino, che era stato consigliere comunale due consiliature fa, che aveva lasciato l'autonomismo per approdare in Sicilia futura (creatura, all'epoca, di Nicola D'Agostino, oggi Forza Italia) con cui aveva tentato - ma senza successo - l'elezione all'Assemblea regionale siciliana. Storie di una vita fa. «Sono appena arrivato, sono consapevole che la viabilità sia un grande tema in una città come Catania, mi metterò subito al lavoro», afferma lui.