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il botta e risposta

Il prode Pellegrino diventa un caso in Forza Italia e risponde piccato: «Servivo quando portavo migliaia di voti...»

L'affondo contro l'eurodeputato Marco Falcone: «Ero nel partito prima di te». E lui: «Candidato per mia scelta, gli diedi fiducia»

Francesca Aglieri Rinella

13 Novembre 2025, 20:46

22:10

Il prode Pellegrino  diventa un caso in Forza Italia e risponde piccato: «Servivo quando portavo migliaia di voti...»

Metti un giovedì di metà novembre in cui – a suon di comunicati stampa - «diffidato» dall'usare il nome del partito (Forza Italia) fa rima con «piccato» (Riccardo Pellegrino). Perché il vicepresidente vicario del Consiglio comunale di Catania finito nella "bufera" di piazza Duomo dopo avere accusato il sindaco Enrico Trantino di averlo «aggredito verbalmente e fisicamente» - versione subito smentita dai testimoni presenti – adesso "punta il dito" proprio contro il partito e in particolare se la prende con Marco Falcone.

«Trovo singolare che Riccardo Pellegrino – dice il forzista parlando a se stesso - vada benissimo quando deve candidarsi alle Regionali pur sapendo di non avere grandi possibilità di elezione; che vada bene quando porta migliaia di voti alle Comunali sostenendo, di fatto, l’intera maggioranza; e che vada benissimo anche quando dà una mano – concreta e determinante, in termini di migliaia di voti – allo stesso onorevole Falcone nella corsa alle Europee. Poi, improvvisamente, Riccardo Pellegrino diventa un problema».

Eccolo l’affondo contro l’eurodeputato Falcone. «Sono in Forza Italia, credo, da prima ancora dell’onorevole Falcone. Sono nato e cresciuto politicamente in questo partito, che ho sempre considerato casa mia.
Non penso di meritare dichiarazioni di questo tipo, né un trattamento così superficiale e ingeneroso. Peraltro né Falcone, né Pesce hanno sentito l’esigenza di ascoltare le mie motivazioni». E Falcone replica a La Sicilia: «Fu candidato per mia scelta, proprio quando era stato estromesso dalla Dc fui io a dargli fiducia. Oggi si è messo fuori dal partito per i suoi comportamenti».

Già ieri, con nota unitaria, i capigruppo della maggioranza Forza Italia, Fratelli d'Italia, Lega, Mpa e Trantino Sindaco – ne avevano chiesto le dimissioni per «quella fiducia venuta meno». Ma Pellegrino non intende fare alcun passo indietro. «Non solo non lascerò il mio incarico, ma resto in Forza Italia proprio per contribuire a cambiare dall’interno quei meccanismi che oggi dimostrano di non funzionare. Trovo infatti paradossale essere aggredito dal primo cittadino - che almeno ha avuto il buon senso di chiedere scusa - e non ricevere neppure una telefonata dai segretari provinciale e comunale del partito o dal capogruppo in Consiglio comunale. Io non scappo. Io resto, e continuo la mia battaglia con la stessa lealtà e determinazione di sempre».