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Sardegna, Todde è legittimamente presidente: la Corte Costituzionale ha messo la parola fine al contenzioso

La sentenza che ha dichiarato inammissibile il conflitto sollevato dalla Regione Sardegna contro lo Stato

Fabio Russello

15 Ottobre 2025, 11:22

12:46

Sardegna, Todde è legittimamente presidente: la Corte Costituzione ha messo la parola fine al contenzioso

Alessandra Todde

La Consulta salva Alessandra Todde: stop alla decadenza, resta alla guida della Regione Sardegna.

L’amministrazione regionale aveva presentato due ricorsi alla Corte costituzionale e oggi sono state depositate le decisioni.

La pronuncia più rilevante sconfessa il Collegio regionale di garanzia elettorale, che aveva richiesto la decadenza della consigliera e presidente della Regione: un atto che, se confermato, avrebbe comportato lo scioglimento dell’Assemblea e il ritorno alle urne.

“Non spettava allo Stato e, per esso, al Collegio regionale di garanzia elettorale istituito presso la Corte d’appello di Cagliari – si legge – di affermare, nella motivazione dell’ordinanza-ingiunzione del 20 dicembre 2024, che ‘si impone la decadenza dalla carica del candidato eletto’ e, per l’effetto, di disporre ‘la trasmissione della presente ordinanza/ingiunzione al Presidente del Consiglio regionale per quanto di sua competenza in ordine all’adozione del provvedimento di decadenza di Todde Alessandra dalla carica di Presidente della Regione Sardegna’.”

Di quel provvedimento resta in vigore soltanto la sanzione pecuniaria.

La Corte costituzionale ha inoltre dichiarato inammissibile il conflitto di attribuzioni sollevato in relazione alla sentenza del Tribunale ordinario di Cagliari.

La Corte costituzionale, con la sentenza n. 148 depositata oggi, ha accolto il conflitto di attribuzione promosso dalla Regione Sardegna contro lo Stato in relazione all’ordinanza-ingiunzione del 20 dicembre 2024 emanata dal Collegio regionale di garanzia elettorale presso la Corte d’appello di Cagliari.

La Consulta ha stabilito che non spettava allo Stato e, per esso, al Collegio, affermare nella motivazione del provvedimento che “si impone la decadenza dalla carica del candidato eletto” e, conseguentemente, disporre “la trasmissione della presente ordinanza/ingiunzione al Presidente del Consiglio regionale per quanto di competenza in ordine all’adozione del provvedimento di decadenza di Todde Alessandra dalla carica di Presidente della Regione Sardegna”.

“Nell’imporre la decadenza al Consiglio regionale, sulla base dei fatti così accertati, il Collegio di garanzia elettorale ha, pertanto, esorbitato dai propri poteri, cagionando […] una menomazione delle attribuzioni costituzionalmente garantite alla Regione Sardegna”, ha rilevato la Corte.

I giudici costituzionali hanno ricordato che i Collegi regionali di garanzia elettorale, istituiti dalla legge n. 515 del 1993 per il controllo delle spese di campagna dei candidati alle elezioni politiche — competenza poi estesa dalla legge n. 43 del 1995 alle consultazioni per i Consigli regionali delle Regioni a statuto ordinario — sono organi statali indipendenti, preposti a tutelare la genuinità e l’autenticità della formazione della volontà del corpo elettorale, nonché la libertà di voto.

Tale sistema opera anche in Sardegna in virtù della scelta del legislatore regionale statutario che, con l’articolo 22 della legge n. 1 del 2013, ha rinviato alle norme statali per la disciplina delle cause di ineleggibilità relative alle cariche elettive regionali.

Fermo restando ciò, la Corte ha osservato che le condotte contestate alla Presidente eletta — tra cui la mancata nomina del “mandatario elettorale”, incaricato della raccolta dei fondi, e il deposito di una dichiarazione sulle spese con rendiconto recante diverse non conformità — non rientrano tra le ipotesi tipizzate dalla legge n. 515 del 1993 come cause di ineleggibilità e, quindi, di decadenza.

Per questo, nell’ordinare al Consiglio regionale di dichiarare la decadenza, il Collegio ha travalicato le proprie prerogative, incidendo sull’autonomia costituzionalmente protetta dell’ente.

La Consulta ha inoltre precisato che resta impregiudicata la possibilità di una diversa qualificazione dei fatti, rimessa al giudice civile competente sull’opposizione all’ordinanza-ingiunzione.

Nel caso specifico, il provvedimento impugnato — da intendersi ora depurato delle parti che interferivano con l’autonomia regionale — è stato oggetto del giudizio promosso dalla dott.ssa Alessandra Todde davanti al Tribunale di Cagliari, che lo ha confermato quanto alla sanzione pecuniaria con sentenza 28 maggio 2025, n. 848.

Con una distinta decisione, la sentenza n. 149 anch’essa depositata oggi, la Corte ha dichiarato inammissibile il conflitto sollevato dalla Regione Sardegna contro lo Stato (nella specie, il Tribunale di Cagliari) avverso la predetta sentenza di rigetto.

La Consulta ha rilevato che il giudizio civile è stato pronunciato esclusivamente nei confronti delle due parti ivi costituite — Alessandra Todde, in proprio quale destinataria delle sanzioni, e il Collegio di garanzia, quale autorità emanante — e non verso la Regione, rimasta estranea al processo.

Pertanto, le affermazioni del Tribunale secondo cui il Consiglio regionale non potrebbe sindacare l’accertamento dei fatti compiuto dall’organo di controllo non vincolano la Regione, che non si è ancora espressa formalmente sulla vicenda. Trattandosi, in altri termini, di un mero obiter dictum, difetta il requisito dell’attualità della lesione lamentata, con conseguente inammissibilità del ricorso.