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Il Papa che di notte studia le lingue sui social: la sorprendente vita digitale di Leone XIV, scoperto dagli utenti
Il Pontefice aggiorna il vocabolario sull'app Duolingo alle tre del mattino. L'aneddoto trova eco anche nelle testimonianze del fratello
Una notifica verde compare sullo schermo. Sono quasi le tre, a Roma. Nella quiete degli appartamenti vaticani, un utente con il nickname @DrPrevost completa un’ennesima lezione di tedesco. In poche ore scala con una velocità inattesa le classifiche di Duolingo, una delle app più famose per imparare le lingue. Quando gli osservatori della Rete collegano quel profilo al nome di battesimo del Pontefice, Robert — oggi Papa Leone XIV — la storia si accende: il Papa, dicono gli utenti, sta studiando lingue sullo smartphone, e lo fa anche a notte fonda. Un dettaglio minimo? Forse. Ma è anche un frammento rivelatore di un pontificato che usa il digitale come spazio di relazione, apprendimento e persino di svago.
La prima segnalazione è partita da un articolo di Euronews: profilo riattivato “dopo circa un anno”, attività frenetica, il vecchio nickname @DrPrevost (lo stesso utilizzato su X prima dell’elezione), interesse per il tedesco e ripresa dell’italiano. La circostanza non risulta “confermata da fonti vaticane”, ma l’incrocio di indizi è consistente e affascinante.
Un profilo, un nickname, una traccia digitale confermata
Il particolare del nickname non è un vezzo. L’account @DrPrevost su X è stato riconosciuto come autentico dai fact-checker spagnoli di RTVE/Verifica: dopo l’elezione dell’8 maggio 2025, le storiche handle papali @Pontifex nelle varie lingue hanno adottato il nome di Leone XIV, mentre il passato digitale del cardinale Robert Prevost su X è confluito nella narrativa pubblica del nuovo Pontefice. Attenzione però: su altre piattaforme (in primis Instagram e Facebook) circolano omonimie e profili non riconducibili al Papa.
Dettaglio non marginale: l’ipotesi che il Papa frequenti le app educative nelle ore piccole trova eco nelle testimonianze familiari. Il fratello, John Prevost, in più interviste ha raccontato l’abitudine condivisa con Leone XIV di giocare a Wordle e a Words with Friends, mantenendo un rituale quotidiano anche dopo l’elezione.
Oltre l’aneddoto: un pontificato che parla la lingua del quotidiano
Se ci si ferma al colore, il rischio è ridurre tutto a folklore. Eppure, in questa storia c’è di più. Leone XIV, nato Robert Francis Prevost a Chicago, agostiniano, missionario di lungo corso in Perù, primo Papa statunitense, ha mostrato fin dall’inizio un registro pastorale che intreccia temi alti e vita ordinaria. La conversazione con i giovani alla National Catholic Youth Conference di Indianapolis del 21 novembre 2025 — dove il Papa, collegato dal Vaticano via EWTN, ha scherzato su Wordle prima di parlare di intelligenza artificiale e uso responsabile della tecnologia — sintetizza bene quest’approccio: partire da un gancio semplice, per arrivare al cuore delle questioni che toccano la vita dei fedeli.
Di questa postura “domestica” è parte anche il rapporto con i fratelli: da John Prevost arrivano particolari che umanizzano il Papa senza banalizzarlo, dalla routine di Wordle al gusto per la conversazione quotidiana, fino ai ricordi d’infanzia e alla capacità di ascolto maturata nella missione.