IL CASO
Parma, un sonno interrotto: la tragedia all'asilo nido che scuote una città
Un arresto cardiocircolatorio durante il riposino, i tentativi di rianimazione, la corsa in ospedale e il decesso: cosa sappiamo finora e quali domande restano aperte. Le reazioni, le procedure, i protocolli e i consigli degli esperti per la sicurezza del sonno
L’odore del legno chiaro dei lettini, il brusio smorzato del quartiere San Leonardo dietro i vetri, i peluche “parcheggiati” sugli scaffali in fila. Era l’ora in cui, di solito, il tempo si fa ovatta: il riposino pomeridiano. In quella sospensione tranquilla, all’asilo nido Brucoverde di Parma, qualcosa si è spezzato. Un bimbo di circa un anno ha avuto un arresto cardiocircolatorio durante il sonno. Gli adulti presenti hanno tentato di rianimarlo; poi la corsa in ambulanza verso l’ospedale, dove i medici non hanno potuto che constatare il decesso. È successo nel pomeriggio di oggi. Una notizia asciutta, durissima, che ha gelato la città e aperto un fascio di interrogativi su cui ora si concentrano le indagini.
Cosa è accaduto al Brucoverde
Secondo le prime ricostruzioni, il piccolo stava dormendo quando si è verificato un arresto cardiocircolatorio. Il personale ha avviato immediatamente le manovre di emergenza e ha allertato il 118. Il bimbo è stato trasportato d’urgenza al più vicino presidio ospedaliero, dove i sanitari hanno constatato la morte. Sulla vicenda sono in corso accertamenti per definire i contorni dell’evento e verificare il rispetto dei protocolli previsti in una situazione del genere. Alcune testate locali e nazionali collocano il nido in via Pescara, dentro il perimetro residenziale del San Leonardo, una zona attraversata ogni mattina da passeggini, bici e vita quotidiana. La notizia, confermata da più fonti, è ancora in aggiornamento: al momento non vengono forniti dettagli sull’identità del bambino, né su eventuali condizioni pregresse.
A caldo sono arrivate le parole del sindaco di Parma, Michele Guerra: «Siamo sconvolti da quanto accaduto. Una giovane vita spezzata così d’improvviso spezza il cuore e lascia senza parole». Il primo cittadino ha espresso vicinanza alla famiglia e al personale del nido, parole riprese anche da altre testate nazionali. È intervenuta anche l’assessora ai Servizi educativi, Caterina Bonetti, sottolineando il dolore della comunità e la necessità di fare piena luce sui fatti.
Un colpo al cuore di una comunità
La cronaca di una morte in un nido scuote corde profondissime. Il nido è, per definizione, un luogo di cura, di fiducia. Qui genitori e operatori stringono un patto quotidiano, fatto di routine e attenzioni. Per questo episodi come quello del Brucoverde hanno un impatto emotivo fortissimo e chiedono, insieme al rispetto del dolore, un’informazione chiara su ciò che è accaduto e su ciò che si fa per capirlo.
Gli inquirenti dovranno stabilire se all’origine dell’arresto vi siano cause naturali, un evento improvviso e imprevedibile, oppure fattori concomitanti. È ragionevole attendersi, come avviene in casi simili, un accertamento autoptico richiesto dalla Procura per precisare dinamica e cause, anche per tutelare tutte le parti coinvolte. Sull’inchiesta, al momento, filtra solo la conferma che sono in corso verifiche.
Le reazioni: istituzioni e cittadinanza
Le prime dichiarazioni istituzionali, come detto, sono state quelle del sindaco Michele Guerra e dell’assessora Caterina Bonetti, che hanno testimoniato il cordoglio della città. Sono parole di vicinanza che in queste ore si sommano a messaggi privati di famiglie e colleghi del personale educativo. Nelle prossime ore il Comune di Parma potrebbe disporre forme di sostegno psicologico per chi ne abbia bisogno: genitori, compagni di sezione e operatori. In altri contesti italiani, per eventi analoghi, è stato attivato un supporto psicologico a scuola come misura di tutela, in collaborazione con i servizi socio-sanitari territoriali. Anche qui è prevedibile un approccio simile, in attesa di conferme ufficiali.
Cosa sappiamo (e cosa no) sugli eventi critici durante il sonno dei lattanti
Quando un bambino molto piccolo muore durante il sonno, si affollano parole come SIDS (Sudden Infant Death Syndrome, o “morte in culla”) e SUID (Sudden Unexpected Infant Death, morte infantile improvvisa inattesa). La prudenza è obbligatoria: si tratta di definizioni che si applicano dopo indagini accurate, quando altre cause evidenti non vengono identificate. I dati più consolidati disponibili a livello internazionale indicano che, negli Stati Uniti, nel 2022 si sono contati circa 3.700 casi di SUID: di questi, 1.529 classificati come SIDS, 1.131 come causa ignota e 1.040 come soffocamento accidentale o strangolamento nel letto. Numeri che mostrano la complessità del fenomeno e la varietà delle possibili cause.
La letteratura scientifica rileva che i decessi di lattanti in contesti privi di rischi ambientali evidenti, o mentre il bambino è sveglio e sotto supervisione, sono eventi rari: tra gli SUID inspiegati, si stima intorno a circa l’1%. Questo non significa che un evento sia automaticamente ascrivibile a una categoria o all’altra: ogni caso va ricostruito con rigore. Ma aiuta a capire perché l’attenzione investigativa e clinica sia così alta quando un episodio avviene in un nido.
I protocolli nei nidi: prevenzione, monitoraggio, emergenza
Nei servizi educativi per l’infanzia, la gestione del riposo è regolata da procedure che puntano a ridurre i rischi: lettini stabili, posizione supina, ambiente sgombro da cuscini e oggetti soffici, temperatura confortevole, controllo visivo periodico. Sono indicazioni coerenti con le buone pratiche adottate dagli specialisti di pediatria e neonatologia in Italia, oltre che con raccomandazioni internazionali ampiamente diffuse. L’ospedale Meyer di Firenze, ad esempio, ricorda alcune “regole d’oro” per la nanna sicura nel primo anno di vita, sottolineando come il sonno e la respirazione nei lattanti siano processi in maturazione e perché, in rari casi, un mancato risveglio a seguito di un’alterazione respiratoria possa portare a esiti tragici.
Sul fronte dell’emergenza, la formazione del personale alla rianimazione pediatrica (PBLS/BLSD pediatrico) è un tassello cruciale. La Società Italiana di Neonatologia (SIN) e la Società Italiana di Pediatria (SIP) promuovono da anni corsi e aggiornamenti, in linea con le linee guida 2020–2025 sulla rianimazione neonatale: una cornice di riferimento che, pur pensata per il contesto ospedaliero, ribadisce principi fondamentali di valutazione precoce, ventilazione efficace e attivazione tempestiva dei soccorsi. Anche nelle strutture educative, l’implementazione di personale formato e la presenza di un piano di emergenza scritto fanno la differenza nei minuti che contano.
Le buone pratiche del sonno sicuro: promemoria essenziale per famiglie e nidi
In attesa di chiarimenti sul caso di Parma, è utile ricordare alcune indicazioni consolidate, rivolte a genitori e operatori:
- Far dormire il lattante in posizione supina su superficie piana e rigida, senza cuscini, paracolpi imbottiti o oggetti morbidi nel lettino.
- Evitare il surriscaldamento: abbigliamento adeguato alla temperatura e stanza ben aerata.
- Tenere la culla nella stanza dei genitori per almeno i primi mesi, come pratica associata a una riduzione del rischio SIDS, evitando però la condivisione del letto se sono presenti fattori di rischio.
- Promuovere l’allattamento quando possibile: vi sono evidenze che, oltre a numerosi benefici per la salute, sia associato a un minor rischio di SIDS.
- Introdurre il ciuccio all’addormentamento solo quando l’allattamento è ben avviato (se si allatta), pratica che alcune linee guida associano a una riduzione del rischio di SIDS.
- Evitare l’uso di monitor domiciliari come misura “protettiva” contro la SIDS: non ci sono prove che riducano il rischio.
Questi principi, di largo consenso nelle comunità pediatriche internazionali, sono ripresi e divulgati in Italia da portali di divulgazione pediatrica e da società scientifiche, con riferimento alle raccomandazioni dell’American Academy of Pediatrics e ai più recenti standard di sicurezza dei prodotti per il sonno dei neonati.
Indagini e accertamenti: che cosa avviene dopo una morte improvvisa in un nido
Quando un decesso avviene in un contesto collettivo come un nido, la magistratura dispone quasi sempre atti tecnici per ricostruire con precisione la sequenza degli eventi. Tra questi: l’acquisizione dei protocolli interni, il registro delle presenze, l’eventuale documentazione sanitaria del minore e la descrizione delle manovre effettuate prima dell’arrivo dei soccorsi. L’autopsia è spesso decisiva per distinguere fra:
- cause naturali (ad esempio patologie cardiache o metaboliche non diagnosticate),
- eventi acuti legati al sonno (SUID/SIDS/soffocamento accidentale),
- altre ipotesi che i consulenti tecnici possono valutare.
È importante ricordare che l’apertura di un fascicolo e la notifica di eventuali avvisi di garanzia in casi simili non equivalgono a un giudizio di colpevolezza: sono passaggi procedurali per consentire a tutte le parti di nominare periti e partecipare agli accertamenti. La cronaca recente italiana su episodi avvenuti in altre province conferma questa prassi.