Il caso
Papà e figlia bloccati in Iran, l'avvocato: «Ci rivolgeremo al Tribunale di Roma»
Domani il genitore, originario di Caltagirone, si recherà al Consolato per ottenere un documento necessario a instaurare l'azione legale
È ancora bloccato in Iran con la figlia Andrea Papale, infermiere di Caltagirone. La madre della bimba, da quello che racconta il padre, sarebbe partita improvvisamente trattenendo i passaporti. La donna, rintracciata grazie alle autorità italiane, sarebbe a Londra, nella casa dove viveva la famiglia fino a due anni fa, prima dell’avvio della separazione della coppia.
Papale, assistito dagli avvocati Vincenzo Randazzo e Valter Biscotti, ha chiesto aiuto all’ambasciata d’Italia a Teheran per poter partire assieme alla figlia e tornare a casa. La madre alla Farnesina non ha prestato il consenso all’espatrio della piccola di 4 anni, ma non avrebbe nemmeno fornito una data certa di rientro in Iran. I legali hanno deciso di rendere pubblica la vicenda considerando che padre e figlia stanno affrontando molte difficoltà.
«Domani il mio assistito andrà in Consolato - spiega l’avvocato Randazzo a La Sicilia - per chiedere un documento che attesti o relazioni il diniego della madre e comunque l’assenza della stessa. Questa è utile, anzi necessaria, per poter promuovere un’azione particolare dinanzi il Tribunale di Roma, competente in questi casi, per poter ottenere dal giudice un permesso per far partire la piccola. Naturalmente si tratta di un ordine giudiziario, quindi l’esito è di fondamentale importanza».
Il legale, dopo che è scoppiato il caso mediatico, fa delle precisazioni sulle intenzioni che muovono il suo assistito: «Quello che tengo a sottolineare onde evitare che passi un messaggio diverso è che ove la madre dovesse rientrare non abbiamo nessun problema a far stare la bambina con la madre, come d’altronde è sempre stato negli ultimi due anni. Il punto è che in questo momento se il padre dovesse andare via e la madre è irreperibile o altrove la bambina starebbe da sola. È solo questa la nostra ansia e preoccupazione». E conclude: «Non si pensi che il padre sia un fuggitivo che vuole portar via la figlia. Non è affatto così».
