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il caso

Dalla scarcerazione in Italia al fermo in Libia: si riaccende lo scontro politico su Al-Masri

Ripartono le polemiche: per l’opposizione il governo ha «favorito un torturatore» e deve «chiedere scusa»

Massimo Leotta

05 Novembre 2025, 15:02

06 Novembre 2025, 11:13

Dalla scarcerazione in Italia al fermo in Libia: si riaccende lo scontro politico su Al-Masri

Protesta dell'opposizione in Parlamento dopo il rilascio di Almasri

Osama Njeem Almasri era stato arrestato dalla polizia italiana lo scorso 19 gennaio a Torino, in esecuzione di un mandato d’arresto emesso poco prima dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Nel capoluogo torinese, insieme a tre connazionali, aveva appena visto una partita della Juventus. Due giorni dopo il comandante della polizia giudiziaria libica era stato liberato — l’arresto considerato nullo perché avvenuto senza la preventiva consultazione del Ministero della Giustizia — e rimpatriato con un aereo di Stato a Tripoli, dove era stato accolto dall’esultanza dei suoi uomini all’aeroporto di Mitiga.

La vicenda di queste ore, l’arresto per ordine della procura libica, ha riacceso il dibattito. Dall’opposizione  i commenti sono durissimi nei confronti del governo.

“Che umiliazione per il Governo Meloni. Alla fine Almasri, un torturatore con accuse anche per stupri su bambini, è stato arrestato in Libia. Invece la nostra premier e i nostri ministri lo hanno fatto rientrare a casa con voli di Stato, con la nostra bandiera, calpestando il diritto internazionale e la Corte Penale Internazionale, il cui Statuto a tutela dei diritti è stato firmato a Roma. Ora diranno che anche la Procura generale in Libia è un nemico del Governo? Che vergogna per la nostra immagine. Non è questa l’Italia”. Così su fb il leader del M5S Giuseppe Conte.

“Le autorità libiche hanno ordinato l’arresto di Almasri, per tortura e omicidio. Lo stesso criminale che Meloni, Nordio e Piantedosi hanno liberato e riaccompagnato a casa con un volo di Stato, dopo che la magistratura e le forze dell’ordine italiane lo avevano fermato nel nostro Paese per il mandato d’arresto della Corte Penale Internazionale. Evidentemente per la procura in Libia il diritto internazionale non vale ‘solo fino a un certo punto’, come per il governo italiano. Questa è una figura vergognosa a livello internazionale per cui il governo deve chiedere scusa agli italiani”, ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein.

“Cos’altro deve accadere se non l’arresto in Libia di Almasri con l’accusa di violenze e torture sui detenuti perché Nordio si dimetta?” afferma il segretario di +Europa, Riccardo Magi.

“Quello che Nordio, Piantedosi e Mantovano hanno impedito a gennaio, violando la legge, ora accade in Libia. Un po’ di vergogna dalle parti di Palazzo Chigi, no eh?”. Lo scrive su X Nicola Fratoianni di Avs.

“La giustizia libica ha arrestato il generale Almasri per torture sui detenuti. Anche la polizia italiana lo aveva fatto, per lo stesso reato, quasi un anno fa. Ma Giorgia Meloni e Carlo Nordio hanno scelto di liberare Almasri e gli hanno pagato un volo di Stato con tutti gli onori, scrivendo una pagina vergognosa nella storia delle Istituzioni del nostro Paese”. Lo afferma il leader di Iv, Matteo Renzi.