Celebrazioni
Un “salvadanaio” di 150 anni: la grande festa a Roma di Poste Italiane
Anche il presidente Mattarella all’evento celebrativo all’interno della “Nuvola” di Fuksas
«Un popolo vale quanto risparmia». La frase è di Quintino Sella, che nel 1875 da ministro delle Finanze del Regno d’Italia inaugurò il risparmio postale. Dopo un secolo e mezzo, la frase campeggiava ieri sull’enorme schermo della “Nuvola” all’Eur di Roma per l’evento celebrativo organizzato da Poste italiane e Cassa depositi e prestiti. La grande sala è gremita di autorità, a iniziare dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Poi il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Aldolfo Urso, e i vicepresidenti di Camera e Senato, Giorgio Mulè e Gian Marco Centianio, ma anche i presidenti di Cassa Depositi e Prestiti e Poste Italiane, Giovanni Gorno Tempini e Silvia Maria Rovere, gli amministratori delegati dei due gruppi, Dario Scannapieco (Cdp) e Matteo Del Fante (Poste), insieme al direttore generale Giuseppe Lasco. E tanti rappresentanti delle istituzioni politiche, finanziarie italiane, ecclesiastiche. E soprattutto, oltre 200 sindaci.

Sono stati celebrati i 150 anni del simbolo del risparmio postale, il libretto, “salvadanaio” delle famiglie ancora oggi utilizzato da 27 milioni di italiani con depositi medi di 12mila euro. Oltre 320 miliardi di euro gestiti, anche attraverso i buoni fruttiferi, questi nati 100 anni fa. Ma oggi Poste è anche servizi per cittadini: col progetto “Polis” offre servizi Inps e anagrafici interfacciandosi con le pubbliche amministrazioni. Come detto dal presidente Mattarella, le Poste sono spesso gli unici servizi presenti nelle aree interne, un ruolo che era presente 150 anni fa e nel dopoguerra e che ritorna prepotente oggi in epoca di sempre maggiore desertificazione bancaria. Ovvero: spariscono dai piccoli Comuni sempre più banche. Ma non le poste. Lo ha ricordato con una citazione cinematografica: «Luchino Visconti nel film Bellissima riprese Anna Magnani alle prese con un libretto di risparmio postale, emblema e custode dei sogni degli italiani. Cdp e Poste si configurano come agenti della costituzione, di quell’articolo 47 che esalta il risparmio». Un concetto ribadito da un volto del cinema di oggi, Toni Servillo: «Era un’epoca in cui non c’era sistema di risparmio possibile a tutti», ha detto raccontando un secolo e mezzo in cui Cdp ha utilizzato i risparmi postali per far progredire il Paese e affrontare tragedie, dal terremoto di Messina del 1908 a quello del Belice del 1968. Oltre che la ricostruzione post-bellica. Il leit-motiv è seguito anche dal ministro Giorgetti: « Il risparmio postale è un elemento propulsivo dello sviluppo economico e ha un ruolo sociale con la sua presenza capillare di servizi sul territorio nazionale».
«Libretti e buoni fruttiferi hanno accompagnato la storia del nostro Paese e degli italiani che, in ogni epoca, hanno dato e continuano a darci fiducia, investendo i loro piccoli e grandi risparmi in prodotti affidabili, sicuri, redditizi e garantiti», ha poi dichiarato la presidente di Poste, Silvia Maria Rovere. «Cassa Depositi e Prestiti - ha sottolineato l’Amministratore Delegato di Cdp, Dario Scannapieco - impiega queste risorse con responsabilità, sostenendo investimenti ad alto impatto economico, sociale e ambientale con un approccio che ha come obiettivo primario i benefici generati per la collettività». «Gli investimenti che Cdp compie a beneficio dei territori - ha ricordato l’Ad di Poste Matteo Del Fante - rappresentano un vero e proprio “patto sociale” che rimane saldissimo anche dopo un secolo e mezzo di storia».