Re Carlo revoca il titolo reale e ogni onore al fratello Andrea
Sarà conosciuto come Andrew Mountbatten Windsor e dovrà lasciare anche il Royal Lodge
Nuovo scossone a corte. Dopo anni di scandali, re Carlo III ha concluso con il fratello un passo definitivo. Buckingham Palace ha annunciato che il principe Andrea perderà il suo titolo reale e lascerà il Royal Lodge. "Il principe Andrea sarà ora conosciuto come Andrew Mountbatten Windsor", si legge nella nota.
"Sua Maestà ha oggi avviato un processo formale per rimuovere lo stile, i titoli e gli onori del principe Andrea. Il suo contratto di locazione al Royal Lodge gli ha finora garantito protezione legale per continuare a risiedere, ma gli è stato notificato formalmente di restituire la proprietà e si trasferirà in un’altra residenza privata. Queste misure sono ritenute necessarie, nonostante continui a negare le accuse a suo carico - si legge ancora - Le loro Maestà desiderano chiarire che i loro pensieri e la massima solidarietà sono stati e continueranno a essere rivolti alle vittime e ai sopravvissuti di qualsiasi forma di abuso".

Secondo quanto riferito dalla Bbc, il principe Andrea si trasferirà in una proprietà privata della tenuta di Sandringham, nel Norfolk, il cui mantenimento sarà a carico del re. Royal Lodge è una villa da 30 stanze e il sovrano da tempo spingeva per l'uscita del fratello, dopo aver tagliato il suo appannaggio annuale a fronte del coinvolgimento nello scandalo sessuale del faccendiere-pedofilo americano Jeffrey Epstein.

Il principe Andrea «smetterà di usare i titoli e gli onori, incluso quello di duca di York». La decisione, maturata al termine di un colloquio fra re Carlo e il fratello, suggella l’uscita di scena del secondogenito maschio di Elisabetta II, travolto dalle polemiche legate ai rapporti con il defunto finanziere Jeffrey Epstein. Per il terzogenito della regina e del principe Filippo si tratta di un epilogo segnato dall’umiliazione. Andrea, 65 anni, già estromesso da ogni incarico di rappresentanza e privato dei gradi militari dopo le prime rivelazioni sul caso Epstein – vicenda aggravata dalla sua disastrosa intervista alla Bbc – rinuncia ora anche all’uso del titolo di duca di York.

L’ex moglie Sarah Ferguson, con la quale negli anni aveva riallacciato i rapporti fino a condividere la residenza di pregio nei pressi del castello di Windsor che dovrà ora lasciare, potrà d’ora in avanti fare affidamento soltanto sul proprio nome e cognome. Non saranno toccate le posizioni delle figlie Beatrice ed Eugenie nella linea di successione. Per il resto, però, il principe dovrà defilarsi definitivamente. L’unica concessione, concordata con re Carlo e con l’erede al trono William, è stata la possibilità di firmare personalmente l’annuncio, presentandolo come una scelta volontaria. Il comunicato, asciutto e privo di scuse o attenuanti, sembra quasi sottolineare i tratti caratteriali più contestati al duca. «Dopo una discussione con il Re», si legge nella nota, «abbiamo concluso che le continue accuse su di me rappresentano una distrazione per il lavoro di Sua Maestà e della Famiglia Reale». E ancora: «Avevo già deciso di mettere il mio dovere verso la mia famiglia e il mio Paese al primo posto ritirandomi dalla vita pubblica cinque anni fa. Ora, con l’accordo di Sua Maestà, sentiamo che devo fare un passo ulteriore: quindi non userò più i miei titoli e gli onori che mi sono stati conferiti».
Il principe ribadisce infine di «negare vigorosamente le accuse» a suo carico. Una proclamazione d’innocenza che cozza con le nuove rivelazioni emerse negli Stati Uniti sul dossier Epstein e con ricostruzioni biografiche recenti, tra cui l’ultima di Andrew Lownie, che mettono in discussione varie sue dichiarazioni pubbliche. Restano inoltre le accuse avanzate da Virginia Giuffre, che sostiene di essere stata abusata quando era minorenne: contestazioni sempre respinte dal principe e finite anni fa con un accordo extragiudiziale multimilionario, senza ammissione di responsabilità. È l’ennesimo chiodo sulla bara delle ambizioni di un principe che, dopo le “glorie” giovanili nelle Falkland, ha inanellato inciampi e frequentazioni controverse, anche nel mondo delle consulenze internazionali. Proprio il Daily Telegraph ha rilanciato un’ulteriore vicenda, pubblicando una foto del 2018 e accostando Andrea a una figura descritta come vicina agli apparati di intelligence di Pechino: l’ultimo anello di una catena di passi falsi che ora presenta il conto finale, lasciando riflessi inquieti persino sul futuro della monarchia.