A cento giorni dall’alba olimpica, l’Italia, sospinta dal pubblico di casa, punta a 19 medaglie: traguardo “scolpito nella pietra” dal presidente del Coni Luciano Buonfiglio. Un obiettivo superiore di due podi rispetto a Pechino 2022 e di uno alle stime algoritmiche, elaborate sui 52 piazzamenti a podio del quadriennio fra ghiaccio e neve, che proiettano il Paese all’ottavo posto del medagliere.
Per i 209 atleti del Team Italia — numero destinato a crescere nelle prossime settimane, con il tricolore al via in 110 delle 116 gare — sarà comunque una missione da primato: mai una delegazione azzurra così numerosa, segnale di un movimento in costante ascesa.
“Diciannove come minimo”, auspica il numero uno dello sport italiano, “emozionato” allo scoccare dei -100 giorni.
La giunta, per sostenere la marcia verso i Giochi, ha ratificato i premi confermando gli importi di Parigi: 180 mila euro per l’oro, 90 mila per l’argento, 60 mila per il bronzo. Il governo, in via di definizione delle ultime formalità, provvederà a detassare le vincite. Svelato anche il design del podio, dove — incrociando le dita — risuonerà l’inno di Mameli. La Triennale di Milano ospiterà Casa Italia, quartier generale della squadra azzurra.
Sul fronte del pubblico, venduti 850 mila biglietti su 1,4 milioni, con molte sessioni già esaurite. A Cortina, intanto, una piazza viene intitolata ai due Giochi ospitati dal paese, nel solco dei 70 anni che separano il 1956 dal 2026.
Sarà l’Olimpiade della pace, dopo i venti di guerra? Lo spera Buonfiglio — “sarebbe la più bella medaglia da vincere, c’è tanta gente che sta soffrendo” — pronto a chiedere la tregua olimpica insieme al vicepremier Antonio Tajani, convinto che “lo sport è uno strumento eccezionale di politica estera e di pace”. Lo auspica anche Matteo Salvini, che conta di vedere russi e ucraini “in un clima diverso” da quello attuale, perché i Giochi sono “simbolo di pace”.
Il ministro delle Infrastrutture rivendica il percorso verso il completamento di 98 interventi per un valore complessivo di 3,8 miliardi, togliendosi qualche sassolino dalle scarpe e ricordando — senza citare esplicitamente Torino — come “ci credevano in pochi” a questa candidatura: “Sia la festa di tutti. Grazie anche a quelli che non ci credevano perché ovviamente oggi festeggeranno e saranno tutti i padri e madri delle Olimpiadi. I meno 100 giorni sono figli del lavoro silenzioso e oscuro di qualcuno che ci ha creduto dall’inizio. Chi si è sfilato, lo rimpiangerà”.
Il cronometro scorre, alcune opere restano da rifinire e lo sprint finale impone di non inciampare ora. Giovanni Malagò rivendica “grande onestà intellettuale” e scandisce: “Questo tempo ci serve. C’è qualcosa sulla quale siamo più attenti, ci sono molte cose che sono assolutamente pronte, altre meno. Molte cose sono state spuntate ma non tutte, alcuni impianti sono finiti, altri si stanno smarcando, per qualcuno ci sarà bisogno di ancora qualche settimana”.
Sulla stessa linea il presidente lombardo Attilio Fontana: “Le cose stanno andando nella direzione giusta. Sono convinto che saranno bellissime Olimpiadi. Adesso dobbiamo stringere gli ultimi bulloni, fare le ultime attività, ma sapendo che siamo in tempo per tutto e che tutto si sta realizzando nel modo migliore”. “Siamo nei tempi”, rassicura il sindaco Giuseppe Sala. “Siamo pronti e saremo all’altezza”, la certezza di Fabio Saldini. “Il palazzetto di Santa Giulia sarà consegnato in una fase molto vicina ai Giochi, faremo il test event nella prima settimana di gennaio”, annuncia Andrea Varnier. Il tempo incalza, ma l’ottimismo dilaga.