La mobilitazione
«Siamo 200mila»: la manifestazione Cgil a Roma. Landini: «Chi demonizza le piazze ha paura della democrazia»
Dal palco di "Democrazia al lavoro" anche un messaggio di Sigfrido Ranucci: «Combattere contro le leggi bavaglio»
Sono 200mila, secondo gli organizzatori. E dal palco arriva il messaggio al governo Meloni: «Ci sono cose nuove che vengono dal basso e c'è chi non le vuole vedere e anzi demonizza chi viene in piazza: perché hanno paura, hanno paura della democrazia». Sono le parole del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini in piazza San Giovanni per la manifestazione "Democrazia al lavoro", sottolineando che «le piazze piene, che vedono una partecipazione straordinaria e trasversale».
Il "mood" della grande mobilitazione è del resto chiaro: «Siamo qui non solo per manifestare, ma per difendere qualcosa di fondamentale: la democrazia stessa. Perché la democrazia è sotto attacco»: lo dice il segretario generale dell’Ituc (o Csi, la Confederazione sindacale internazionale), Luc Triangle, dal palco di piazza San Giovanni per la manifestazione della Cgil, esprimendo anche solidarietà al giornalista Sigfrido Ranucci.
E Ranucci alla piazza manda un messaggio video: «Ringrazio il sindacato per avere messo in agenda il tema della libertà di stampa, perché la libertà di stampa, che è il diritto di essere informati, è una parola che ha un significato incredibilmente vicino alle necessità della gente. Avere la libertà di informazione significa poter spiegare i meccanismi che hanno portato 6 milioni di italiani a non potersi curare, parliamo del perché ci sono oltre 360mila alunni disabili nelle scuole senza assistenza, quasi 6 milioni di persone sulla soglia di povertà, significa spiegare perché ci sono mille persone all’anno che muoiono sul posto di lavoro, anche le forze dell’ordine», dice Ranucci.
«L'informazione spiega i motivi del perché accadono certe cose. Significa svelare quello che accade nella zona d’ombra dove si soffoca la democrazia - continua il giornalista - Significa raccontare perché 30 giornalisti sono rimasti uccisi dopo avere raccontato terrorismo nero e rosso, i conflitti e la criminalità organizzata. Significa spiegare perché 270 giornalisti vivono sotto tutela e perché 26 sono sotto scorta». Ranucci ribadisce come sia necessario continuare a combattere perché ci sia la libertà di stampa e combattere contro le leggi che vogliono metterci il bavaglio perché significa impedire alla popolazione di essere informata e di fare le scelte consapevolmente», conclude Ranucci tra gli applausi.
Landini dal palco ha poi proseguito: «Io vedo una domanda di futuro e di libertà che cresce. Questa domanda di libertà impegna tutti noi a essere costruttori di solidarietà contro l’indifferenza strutturale alimentata da una globalizzazione che ha fatto prevalere un capitalismo che sta sostituendosi alla politica. La forza di questa e di altre piazze - dice - è di lanciare il messaggio: rimettere al centro lavoro e persona».
Poi il segretario Cgil si rivolge alle imprese: «La maggioranza dei morti sul lavoro avviene nelle aziende in appalto, tra chi è precario. Lo diciamo a Confindustria, a Confcommercio e a tutte le associazioni: gli imprenditori devono battersi insieme a noi per cancellare i banditi, chi usa i contratti pirata, il lavoro nero. Lo sviluppo non può essere disgiunto dalla qualità del lavoro».
