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LE REAZIONI

La condanna di Mattarella. Meloni: «Grave attacco all'informazione». Schlein: «Istituzioni reagiscano»

L'attentato a Ranucci ha suscitato una risposta immediata e compatta da parte dei principali leader politici

Alfredo Zermo

17 Ottobre 2025, 10:55

12:46

Meloni: «Attacco gravissimo alla libertà di informazione». Schlein: «Serve la reazione delle istituzioni»

Il rumore lontano di un’esplosione improvvisa ha rotto il silenzio di una tranquilla mattina a Campo Ascolano, Pomezia. Un ordigno ha fatto saltare in aria l’automobile di Sigfrido Ranucci, noto giornalista Rai e volto della trasmissione d’inchiesta Report, davanti alla sua abitazione. Per fortuna, né lui né la figlia che era con lui hanno riportato ferite, ma la violenza e la gravità dell’episodio segnano un momento oscuro per l'intera società italiana.

L’attentato non è solo un’aggressione personale, ma un colpo diretto a un pilastro della nostra convivenza civile: la libertà e indipendenza dell’informazione. Il gesto ha suscitato una risposta immediata e compatta da parte dei principali leader politici e delle istituzioni, che si sono stretti intorno a Ranucci e alla sua famiglia, confermando che attacchi simili non verranno tollerati.

Interviene Mattarella

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha fatto pervenire a Sigfrido Ranucci la sua solidarietà, esprimendo «severa condanna» per il grave gesto intimidatorio.

La condanna di Giorgia Meloni: la libertà d’informazione è sacra

La prima reazione istituzionale di peso è giunta dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che in una nota ufficiale di Palazzo Chigi ha espresso «piena solidarietà al giornalista Sigfrido Ranucci e la più ferma condanna per il grave atto intimidatorio da lui subito». La presidente ha sottolineato con forza che la libertà e l’indipendenza dell’informazione sono valori irrinunciabili delle nostre democrazie, ribadendo un impegno netto a difenderle con ogni mezzo.

Meloni ha evidenziato come questo episodio rappresenti un attacco a un valore fondamentale che va oltre la singola persona, coinvolgendo ogni cittadino che crede nell’importanza di un’informazione libera da condizionamenti e pressioni. Questo sentimento, che si scontra con la violenza dell’attentato, ha acceso un faro sulla necessità di tutelare chi, come Ranucci, si impegna a raccontare la verità anche a costo di rischi personali.

La voce degli altri leader politici: necessità di chiarezza e giustizia

Immediata è stata anche la presa di posizione di altri protagonisti della politica italiana. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha parlato di un «atto di gravità inaudita e inaccettabile», manifestando totale solidarietà a Ranucci e alla sua famiglia. Salvini ha posto l’accento sulla necessità che «ci sarà il massimo impegno delle forze dell’ordine per accertare rapidamente gli autori» e sulla volontà di rafforzare al massimo le misure di protezione attorno al giornalista.

Analogamente, Matteo Renzi di Italia Viva ha sollecitato una risposta veloce e decisa: «Punire velocemente i responsabili di questo attacco vile e intimidatorio». Per Renzi, il fatto rappresenta non solo un attacco a una persona, ma un segnale pericoloso che può minare la fiducia nel sistema democratico e nello stato di diritto.

Per la segretaria del Pd Elly Schlein, «l'attentato a Sigfrido Ranucci è un attentato alla democrazia e alla libertà di informazione. Un attacco vile e pericoloso a una persona già sotto scorta per aver svolto il suo lavoro di giornalista d’inchiesta, un attacco che richiede la reazione e la presenza delle istituzioni. Non possiamo accettare alcuna intimidazione al giornalismo d’inchiesta. Sia fatta piena luce sui responsabili e la matrice di questo gravissimo attentato»

Anche il ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, ha espresso la sua condanna severa: «Non esiste motivazione che possa giustificare questa violenza». Per Tajani, il gesto è emblematico e rappresenta un attacco frontale ai valori fondamentali di una società libera.

Movimento 5 Stelle: un colpo al cuore della democrazia

Dal fronte politico dell’opposizione, il Movimento 5 Stelle ha definito l’attentato come un autentico «colpo al cuore della democrazia», sottolineando come l’episodio vada ben oltre una singola intimidazione personale. Il movimento ha fatto appello a tutto l’arco politico affinché si schieri con determinazione dalla parte della verità e della giustizia, in difesa del diritto di ogni cittadino a essere informato senza filtri né minacce.

La risposta delle istituzioni e delle forze dell’ordine

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha annunciato che sono state rafforzate «al massimo tutte le misure di protezione nei confronti di Ranucci» e assicurato il massimo impegno investigativo per identificare e assicurare alla giustizia i responsabili. La collaborazione tra diverse forze di polizia è attiva e prioritaria, in un momento in cui la sicurezza di chi diffonde la verità diventa cruciale per la tenuta dell’intero sistema democratico.

Un caso che riaccende i riflettori sul ruolo del giornalismo

L’attentato contro Ranucci riporta drammaticamente al centro del dibattito il ruolo del giornalismo d’inchiesta in Italia, spesso messo a dura prova da minacce e intimidazioni. La professione del giornalista, soprattutto quando si occupa di cronaca nera e di temi scomodi, richiede coraggio e determinazione, ma oggi più che mai necessita di una tutela forte da parte dello Stato e della società.

In uno scenario in cui la pluralità e indipendenza delle fonti di informazione costituiscono il fondamento della democrazia, atti come questo rappresentano una pericolosa quanto inaccettabile deriva. La rete di solidarietà attorno a Ranucci conferma che il giornalismo libero è un presidio insostituibile per la trasparenza, la legalità e la libertà.

La denuncia e la ricerca della verità come risposte imprescindibili

Si è appreso che lo stesso Sigfrido Ranucci, accompagnato dalla figlia, si è recato in Procura a Roma per sporgere denuncia, dimostrando così la volontà di rispondere al sopruso attraverso il percorso istituzionale della legalità. La ricerca della verità e la giustizia sono le uniche risposte possibili davanti a un gesto che vorrebbe invece soffocare il diritto a conoscere e a raccontare i fatti.

La vicenda di Pomezia non è solo la cronaca di un attentato, ma un monito grave per chiunque osi mettere in discussione i valori democratici. La reazione compatta e trasversale delle istituzioni e della politica conferma la centralità della libertà di informazione come diritto sacro. La protezione dei giornalisti e della loro indipendenza è oggi una sfida cruciale per il futuro dell’Italia.