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IL PROFILO

Da inviato di guerra a conduttore di Report: chi è il giornalista nel mirino

È da decenni uno dei volti più autorevoli del giornalismo investigativo italiano

Alfredo Zermo

17 Ottobre 2025, 10:45

13:12

Da inviato di guerra a conduttore di Report: chi è il giornalista nel mirino

Sigfrido Ranucci e Milena Gabbanelli

Sigfrido Ranucci, giornalista, autore e conduttore di “Report”, è da decenni uno dei volti più autorevoli del giornalismo investigativo italiano. Romano, 63 anni, il suo nome è oggi al centro delle cronache per il grave atto intimidatorio avvenuto nella notte a Pomezia: due ordigni hanno distrutto la sua automobile e quella della figlia. Un attentato che si inserisce in un percorso professionale interamente dedicato a far emergere le zone d’ombra del potere.

Laureato in Lettere, Ranucci muove i primi passi a Paese Sera, per poi approdare in Rai negli anni Novanta. Nel servizio pubblico inizia al Tg3 e prosegue a Rai News 24, dove si specializza in inchieste complesse su criminalità organizzata e traffici illeciti, con particolare attenzione al ciclo dei rifiuti. A lui si deve il ritrovamento e la diffusione dell’ultima, storica intervista al giudice Paolo Borsellino, rimasta inedita per anni.

Come inviato documenta teatri di guerra dai Balcani al Medio Oriente, denunciando violazioni dei diritti umani e l’impiego di armi non convenzionali. L’intensità e il rigore di questi lavori gli valgono riconoscimenti come il Premio Ilaria Alpi e il Premiolino. Il suo nome è indissolubilmente legato a “Report”. Entrato nel 2006 come coautore accanto a Milena Gabanelli, di cui diventa lo “storico braccio destro”, subentra alla conduzione a fine 2016.

Dal marzo 2017 è autore e volto del programma di Rai3, raccogliendo un’eredità “pesantissima, ma bellissima”. Sotto la sua guida, la trasmissione ha conservato il proprio rigore, continuando a indagare su conflitti d’interesse e opacità del potere politico ed economico.

Un lavoro che ha un costo elevatissimo: “Report” è da sempre bersaglio di un numero record di querele per diffamazione, spesso corredate da richieste milionarie. Procedimenti che nella quasi totalità dei casi si concludono con archiviazioni, ma che esercitano una pressione costante. Lo stesso Ranucci ha più volte denunciato come questo “monte-querele” sia una forma di intimidazione che limita la libertà di stampa. L’attentato di Pomezia è l’ultimo episodio di una lunga serie di minacce. Proprio nei giorni scorsi, Ranucci aveva annunciato il ritorno di “Report” dal 26 ottobre, ogni domenica su Rai3.