La nomina
Giorgio Armani, passaggio di testimone pianificato: Giuseppe Marsocci nuovo CEO per custodire il lascito
La Fondazione e la famiglia guidano la transizione secondo il testamento
Giuseppe Marsocci
Dopo la scomparsa di Giorgio Armani, avvenuta il 4 settembre, il gruppo da lui fondato e guidato per oltre mezzo secolo ha avviato una transizione che porta avanti il suo lascito con coerenza e rispetto. Nessuna rivoluzione, ma un passaggio di testimone pianificato nei minimi dettagli, come era nello stile del maestro.
A capo della Giorgio Armani S.p.A. è stato nominato Giuseppe Marsocci, 62 anni, manager di lungo corso e fino a oggi responsabile della gestione commerciale. La sua nomina a CEO rappresenta una scelta di continuità: Marsocci ha lavorato fianco a fianco con Armani dal 2019, ricoprendo il ruolo di vicedirettore generale e global chief commercial officer.
Un vertice disegnato da Armani stesso
La successione non è frutto dell’improvvisazione. Pochi mesi prima della sua morte, Armani aveva già delineato il nuovo assetto: Leo Dell’Orco, suo storico collaboratore e compagno di vita, è stato nominato presidente della Fondazione Armani e ora assume la guida del gruppo come presidente. Al suo fianco, Silvana Armani, vicepresidente e responsabile dello stile donna, e un consiglio d’amministrazione che include i fedelissimi: la sorella Rosanna, le nipoti Roberta e Silvana, Andrea Camerana e Federico Marchetti, fondatore di Yoox.
Dell’Orco ha commentato la nomina di Marsocci sottolineando la profonda conoscenza del settore e dell’azienda, la discrezione, la lealtà e lo spirito di squadra del nuovo CEO, qualità che lo rendono la scelta più naturale per assicurare continuità al percorso delineato dal fondatore.
Un testamento come bussola
Giorgio Armani ha lasciato un testamento dettagliato, non solo in termini patrimoniali, ma anche strategici. Ha indicato le tappe da seguire, compresa la vendita del 15% delle quote entro 18 mesi, un obiettivo ambizioso che richiederà un accordo con un partner adeguato.
Marsocci ha espresso gratitudine alla Fondazione e alla famiglia Armani per la fiducia: “È un progetto di straordinaria importanza, di continuità e valorizzazione di uno dei marchi del made in Italy più prestigiosi al mondo”. Il nuovo CEO ha riconosciuto le sfide di un mercato del lusso in trasformazione, ma ha ribadito l’impegno a “perpetuare il modello di azienda e l’idea di bellezza” di Giorgio Armani.
Un’eredità da custodire
La scomparsa di Armani segna la fine di un’epoca, ma il gruppo sembra pronto ad affrontare il futuro con una squadra solida e una visione chiara. Il nuovo corso non tradisce lo spirito originario: eleganza, sobrietà, coerenza. In un mondo che cambia, la sfida sarà quella di rinnovarsi senza perdere l’identità che ha reso il brand un’icona globale.