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La novità

Turismo a Catania: aumenta la tassa di soggiorno

Approvato un ritocco pari al 30%: i responsabili delle grandi strutture ricettive non si lamentano, c'è la protesta da parte di chi gestisce case vacanze e b&b

Maria Elena Quaiotti

01 Dicembre 2025, 07:11

Turismo a Catania: aumenta la tassa di soggiorno

Il primo regalo del Comune sotto l'albero di Natale sarà l'aumento del 30% della tassa di soggiorno a partire dal 1 gennaio 2026. Parliamo dell' “extra” che chi soggiorna in città deve pagare al Comune e che dovrebbe essere usato per «finanziare, in modo diretto e indiretto, gli interventi in materia di turismo».

La notizia, non ancora filtrata dai canali ufficiali, è contenuta in una delibera di giunta del 26 novembre. In numeri: a notte, a persona e per i primi quattro giorni di soggiorno si passerà dai 2 euro attuali a 3 euro per locazioni turistiche, case vacanza, agriturismi, villaggi e campeggi turistici e ostelli per la gioventù. L'aumento sarà di 1,50 euro, passando da 2 a 3,50 euro, per alberghi fino a tre stelle, hotel, residenze turistiche, affittacamere e b&b. Stesso aumento per gli alberghi a 4 stelle, che da 2,50 euro arriveranno a 4 euro, e per i 5 stelle, che passeranno dai 3,50 euro attuali a 5 euro. Significa, conti alla mano, che stando ai circa quattro milioni previsti in entrata quest'anno dal Comune, per il prossimo anno e mantenendo lo stesso trend potrebbero essere almeno il 30% in più, ovvero 5,2 milioni di euro.

Le motivazioni dell'aumento? Vengono descritte nella delibera di giunta citata, alcune ancora ampiamente in itinere come la candidatura a Capitale della Cultura 2028. Le altre riguardano «l'opportunità di “pianificare servizi ed eventi turistici e culturali per la cui realizzazione sono necessarie sempre maggiori risorse finanziarie”» oltre – e non è da sottovalutare – alla «valutazione comparata con altre città similari, Palermo e Napoli».

«La rideterminazione della tassa era dovuta» – ha spiegato il presidente della Commissione consiliare Turismo Giovanni Magni – perché Catania, a fronte dell'incremento turistico degli ultimi anni, aveva una tassa di soggiorno inferiore a quella applicata nel resto d'Italia, ma anche in Sicilia. Non sarà l'incremento di qualche euro a pregiudicare le scelte dei turisti, considerato che i soldi acquisiti vengono immediatamente reimmessi nell'ambito delle spese necessarie per il rifacimento di piazze, siti museali ed eventi turistici, per migliorare i servizi e il benessere collettivo dei cittadini.

«In realtà si era partiti da un aumento maggiore» – ha rilevato Ornella Laneri, responsabile Sezione Turismo di Confindustria e componente della Commissione speciale sull'imposta di soggiorno, composta dai delegati delle associazioni di categoria maggiormente rappresentativi – ma abbiamo poi condiviso di procedere a piccoli passi. L'aumento non è altissimo, ma l'importante è che l'introito ricada davvero su azioni e interventi a vantaggio di viaggiatori e turisti, e lì il filo è sottile. La tassa, cioè, dovrebbe ricadere su azioni che incentivino il turismo, considerate le cifre alte di cui si sta parlando riteniamo più che mai necessario che le scelte non solo siano strategiche e programmatiche, purché vengano prima condivise e poi comunicate in modo adeguato.

Dagli operatori del settore b&b le reazioni sono unanimi: «Un aumento spropositato. Inoltre, chi avviserà coloro che hanno già prenotato dal 1 gennaio in poi attraverso i portali più noti (Booking e Airbnb, ndc)?» – hanno rilevato Brigida De Klerk e Valentina Di Bella, che gestiscono b&b in centro storico – Già le strutture, quelle che seguono tutte le regole e a differenza degli “affitti brevi”, hanno dovuto spendere molto per adeguarsi, senza parlare dell'aumento dei costi delle piattaforme di prenotazione, delle spese di acqua, gas, mantenimento della struttura e del personale. Ora la tassa arriverà al 10% del costo di una stanza doppia e non è più sostenibile, soprattutto quando non si vedono gli effetti positivi del suo uso sulla città.

«L'aumento è grave, ci può stare se si adeguassero la regolamentazione e l'organizzazione del servizio, ma il virtuosismo purtroppo non abita a Catania.» – ha commentato Carmelo Calì, presidente nazionale ConfconsumatoriLa tassa di soggiorno è più un balzello che, al solito, peserà su chi viaggia per turismo o per lavoro. Ci sono viaggiatori che possono sostenere il costo, ma una famiglia con bambini dovrà fare comunque i conti prima di partire. Nessuno tra maggioranza e opposizione si ribella e al solito ci si dimentica dei consumatori. Ritengo sia opportuno che si riapra un confronto sulla destinazione della tassa di soggiorno, che siano decisioni non lasciate alle “segrete stanze” del Comune, trasparenti e condivise.