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Cronaca

Ragusa e la casa di riposo Villa Ortensia, parlano i titolari indagati: "Con alcune immagini noi non c'entriamo"

Pubblicato un video sui social in cui sono fatti dei distinguo rispetto alle accuse da cui entrambi si stanno difendendo

Carmelo Riccotti La Rocca

15 Ottobre 2025, 12:13

Ragusa e la casa di riposo Villa Ortensia, parlano i titolari indagati: "Con alcune immagini noi non c'entriamo"

Un frame del video che è stato pubblicato sui social dai titolari indagati della casa di riposo

“Hanno fatto vedere dei video che non erano stati girati nella nostra casa di riposo parlando però della nostra struttura”. Salvatore Germanà e Margherita Di Raimondo, titolari della casa di riposo Villa Ortensia, non ci stanno a passare per mostri senza scrupoli e, dopo che sono stati revocati i domiciliari, provano a chiarire la propria posizione e a scagionarsi. Nello specifico Salvatore Germanà ha postato un video sui social facendo vedere le immagini mandate in onda, a gennaio scorso, da Pomeriggio 5 all’interno di un servizio dedicato al caso di Villa Ortensia.

Germanà spiega che le scene più crude e violente che riguardano maltrattamenti ad anziani non sono relative alla casa di riposo ragusana, ma ad altre strutture. “Le immagini che ci riguardano - dice uno dei due titolari - sono solo quelle fino a poco oltre un minuto”. Insomma, per Germanà è stata fatta confusione associando a loro immagini che invece non c’entravano nulla.

Ricordiamo che il processo sul caso della casa di riposo ragusana è iniziato il 19 settembre scorso e che i titolari sono tornati in libertà dopo oltre 8 mesi di arresti domiciliari. Gli imputati sono chiamati a rispondere di reato continuato di maltrattamenti, abbandono di incapaci ed esercizio abusivo della professione medica ed infermieristica. L’attività investigativa è scaturita da una segnalazione pervenuta al Nas di Ragusa, da parte di ex dipendenti della struttura e riguardante le condizioni in cui gli anziani erano costretti a vivere. In seguito a quell’attività nel mese di gennaio è stata data esecuzione a un’ordinanza applicativa di misura cautelare nei confronti di otto persone.