L'opinione
Sicilia, la politica sull’orlo del baratro etico
L'Isola travolta da comitati d'affari e voto di scambio: inchieste, rinvio a giudizio del presidente dell'Ars e declino della funzione selettiva dei partiti
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La Regione Siciliana nelle sue 78 primavere non è nuova agli scandali che ne hanno coinvolto la classe politica. Con conclusioni sconcertanti. I malumori già manifestati nella pubblica opinione con l'astensionismo diffuso non sono stati avvertiti dalle scelte operate nelle cabine elettorali, se gli esiti usciti dalle urne hanno premiato cultori di affari del voto di scambio. Il che mette in discussione la funzione selettiva dell'attuale sistema dei partiti dalle porte aperte ad avventurieri portatori di clientele votanti.
Oggi la Regione è travolta da comitati d'affari a largo raggio, configurabili con una sorta di sottogoverno operante all'ombra delle istituzioni con spregiudicate illegalità in libertà. La situazione è talmente complessa che non basta l'inchiesta giudiziaria che, per quanto sottile e fondata sulle intercettazioni, e' lungi dalla scrittura di regole che spettano alla politica. Quale politica? Quella che sta dentro gli scandali o quella che li strumentalizza?
Con l'aggravante che non si può sperare nell'equilibrio del vertice dell'Assemblea. Non ce ne voglia il presidente Galvagno, ad onta della sua capacità di mediazione, l'inchiesta giudiziaria con la contestazione di reati pesanti gli stà togliendo il carisma di cui deve essere dotato il numero uno del Parlamento. Ma nessuno di maggioranza e di opposizione ha occhi per vedere una realtà che, per quanto estranea agli scandali del sottogoverno dei comitati di affari, avverte disagi dentro e fuori il Palazzo, tanto più che gli è stato notificato il rinvio a giudizio e che a breve si dovrà presentare davanti il giudice. Speriamo che alla fine esca del tutto estraneo ai reati contestati. Ma il prestigio dell'ARS col Presidente che si presenta al giudizio per difendersi dalle gravi accuse non sembra che ne esca bene.
Un precedente del 1953 indica la strada percorribile: in seguito a contestazioni della Procura di Messina, per presunti reati da Sindaco di un comune (dopo anni venne prosciolto con formula piena) il presidente dell'Ars Paolo Piccione si dimise, ma non perdette il seggio di deputato. Subito dopo i figli d'Ercole elessero Angelo Capitummino fino alla conclusione della legislatura.
Se in momenti di scandali con contestazioni di gravi reati, la Regione sia caduta in basso, mai ha raggiunto livelli come la porcilaia ultima versione. Tuttavia il prestigio della massima carica istituzionale è stata al riparo da scossoni. Sia salvaguardata. «Se non è rispettata la giustizia, che cosa sono gli Stati se non delle grandi bande di ladri?» (Sant'Agostino).
di Giovanni Ciancimino