Attualità
Investimenti Zes, la Conferenza regionale dei commercialisti: "Imprese siciliane deluse"
"Eppure la manifattura isolana ha fatto registrare numeri importanti. Dare continuità alla misura"
Il coordinatore della Conferenza, Maurizio Attinelli
Lo scorso 12 dicembre, con un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate, è stata resa nota la percentuale effettivamente fruibile del credito d’imposta per gli investimenti nella Zona economica speciale del Mezzogiorno. Una decisione che ha suscitato profonda delusione tra le imprese siciliane, molte delle quali contavano sull’agevolazione per sostenere i propri piani di sviluppo.
“La grande amarezza – sottolinea il coordinatore della Conferenza regionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili, Maurizio Attinelli – deriva dallo stanziamento nazionale insufficiente che ha determinato, conseguentemente, una forte riduzione dell’agevolazione spettante per tipologia d’impresa. Le percentuali agevolative si sono attestate ad un 60% circa rispetto all’aliquota massima spettante. Il recente emendamento a firma governativa ha reso disponibile un credito d’imposta ulteriore pari al 14,6189% rispetto a quanto richiesto dalle imprese. Nel dettaglio, ogni beneficiario si vedrà riconoscere un credito d’imposta pari al 75% di quanto a suo tempo richiesto. Un passo certamente importante ma ancora non sufficiente a garantire l’integrale copertura delle richieste del tessuto produttivo isolano. Restano infatti scoperti complessivamente 209 milioni di euro su una richiesta pari a circa 836 milioni”.
“Dietro questo dato parzialmente deludente – prosegue Attinelli – si nasconde invece una sorprendente dinamicità della manifattura siciliana nel corso dell’annualità appena trascorsa. Confrontando, infatti, i dati degli investimenti agevolati tramite il credito Zes nel 2024 e nel 2025, la Sicilia manifesta uno dei maggiori ratios di incremento rispetto all’anno precedente. Nei fatti, la manifattura siciliana, nel 2025, ha investito il 49% in più rispetto all’anno precedente, superando in questo, le ‘concorrenti’ storiche come la Campania e la Puglia. Merito, certamente di una molteplicità di fattori tra i quali certamente parte importante ha avuto il peso dell’agevolazione 2024 che ha determinato un minore carico fiscale nell’anno in corso lasciando pertanto spazio per ulteriori investimenti. Merito anche, non può essere negato, dell’azione del governo regionale che ha garantito sufficiente stabilità e ritrovata credibilità sui mercati internazionali”. La Conferenza evidenzia inoltre che “è però necessario garantire la necessaria continuità ad una misura come il credito d’imposta Zes, vista la sua immediatezza ed il gradimento riscontrato dalla manifattura siciliana”. Per questo motivo, viene sollecitata l’applicazione concreta dell’articolo 1, comma 5, del Decreto Omnibus del 9 agosto 2024, che consente, in caso di insufficienza dei fondi nazionali, l’impiego di risorse dei “programmi della politica di coesione europea relativi al periodo di programmazione 2021-2027 di titolarità [delle Regioni], ove ne ricorrano i presupposti e nel rispetto delle procedure, dei vincoli territoriali, programmatici e finanziari previsti da detti programmi [...]”.
“Chiediamo, pertanto – conclude Attinelli – lo specifico stanziamento di fondi derivanti dalla programmazione comunitaria di pertinenza della Regione Siciliana tali da riportare le percentuali del credito Zes su livelli prossimi alle aliquote massime concedibili. Tale stanziamento, consentito dalla legislazione vigente, assolverebbe alla duplice funzione di garantire l’efficacia di una misura estremamente importante per il territorio e assicurare l’uso veloce ed efficiente delle risorse comunitarie”.