energia
In funzione il collegamento a 380 kV Pantano–Priolo: più sicurezza per la rete in Sicilia orientale e 300 ettari liberati
Più continuità e capacità per la Sicilia orientale, integrazione delle rinnovabili e razionalizzazione della rete con tecnologie a basso impatto
È entrato in esercizio il nuovo collegamento a 380 kV Pantano–Priolo realizzato da Terna, infrastruttura strategica che rafforza continuità e affidabilità della fornitura elettrica nella Sicilia orientale, tra le province di Catania e Siracusa. Il progetto completa la direttrice Paternò–Pantano–Priolo, lunga circa 63 chilometri, per la quale la società guidata da Giuseppina Di Foggia ha investito complessivamente 166 milioni di euro.
L’asse si compone di due tratte: la Paternò–Pantano, operativa dal 2023, e la Pantano–Priolo, appena finalizzata, che integra la rete a 220/150 kV con quella a 380 kV attraverso un elettrodotto di circa 45 chilometri fra le stazioni di Pantano d’Arci (Catania) e Priolo Gargallo (Siracusa). L’intervento rientra nelle opere previste da Terna nel Piano di Sviluppo 2025-2034, con l’obiettivo di accrescere la sicurezza del sistema elettrico isolano e la capacità intrazonale, agevolando i flussi di energia all’interno dell’isola e favorendo l’integrazione delle fonti rinnovabili nell’area orientale. In particolare, il collegamento consentirà di eliminare le attuali congestioni sulle linee tra Catania e Siracusa, incrementando la capacità di trasporto e assicurando una maggiore copertura del fabbisogno energetico regionale.
Il completamento dell’elettrodotto permetterà inoltre un ampio programma di razionalizzazione della maglia a 150 kV, con la dismissione di 155 chilometri di linee e circa 400 tralicci, liberando oltre 300 ettari di territorio. Le soluzioni progettuali adottate sono frutto di un percorso condiviso con il territorio, che ha coinvolto fin dalle fasi iniziali enti e istituzioni locali. Per la realizzazione dell’opera Terna ha impiegato tecnologie all’avanguardia, tra cui sostegni monostelo a basso impatto ambientale, caratterizzati da un ingombro al suolo significativamente ridotto rispetto ai tralicci tradizionali.