Natura
In Italia sempre più alberi, 3 milioni in più in un anno: la Sicilia quarta regione in classifica
I dati del rapporto annuale realizzato da Legambiente e AzzeroCo2 con il supporto tecnico di Compagnia delle Foreste
L’Italia imprime una netta accelerazione alle politiche di rinverdimento: nel 2024 sono stati piantati oltre 3 milioni di nuovi alberi, per una superficie complessiva prossima ai 4.000 ettari. Un impegno di capitale naturale destinato a generare un beneficio economico superiore a 20 milioni di euro l’anno in servizi ecosistemici, per ciascun anno di vita delle piantagioni arboree e arbustive realizzate. È quanto emerge dalla quinta edizione dell’Atlante delle Foreste, il rapporto annuale curato da Legambiente e AzzeroCO2, con il supporto tecnico di Compagnia delle Foreste, per Il Sole 24 Ore. Secondo lo studio, nel 2024 la spinta decisiva arriva dai rimboschimenti nelle Città metropolitane, mentre le Regioni registrano un rallentamento dovuto alla transizione tra i precedenti e i nuovi strumenti di finanziamento.
Per il secondo anno consecutivo il Trentino-Alto Adige guida la classifica, con oltre 748.000 nuove piante messe a dimora, seguito dalla Basilicata, che ne conta più di 539.000. Le due regioni sono arrivate al traguardo con approcci differenti: la prima grazie a finanziamenti provinciali e comunali, la seconda utilizzando ancora le risorse del Programma di sviluppo rurale 2014-2022. Guadagna il terzo posto il Veneto, che, insieme al Friuli Venezia Giulia, ha già avviato interventi di forestazione in attuazione del nuovo Complemento regionale per lo sviluppo rurale 2023-2027.
La Sicilia guadagna il quarto posto in classifica
A ridosso del podio si collocano Sicilia, Lazio e Calabria, con posizioni fortemente influenzate dai progetti nelle rispettive città metropolitane di Messina, Roma e Reggio Calabria, divenute il vero ago della bilancia per la performance di questi territori. Il Pnrr ha infatti individuato nelle città metropolitane il motore del rimboschimento. Sono otto le regioni che non hanno avviato nuovi impianti con fondi propri - Abruzzo, Calabria, Campania, Molise, Sardegna, Sicilia, Toscana e Umbria - soprattutto per la conclusione dei precedenti piani regionali e l’attesa dei nuovi. Resta infine decisiva, per la piena valorizzazione del potenziale economico dei rimboschimenti, la capacità delle nuove piantagioni di sopravvivere e prosperare in un clima in cambiamento.
«Affinché i benefici che derivano dalle nuove alberature siano duraturi - sottolinea il direttore generale di Legambiente, Giorgio Zampetti - c’è bisogno di un approccio lungimirante: non basta piantare ma è fondamentale progettare, scegliendo le specie adatte al contesto e garantendo la loro manutenzione nel tempo. Solo in questa maniera la forestazione urbana può affermarsi come una vera infrastruttura verde, generando valore ambientale, sociale ed economico per le comunità».