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Il report

E' allarme sulla crisi abitativa in Sicilia: contratti stabili in calo e affitti brevi in crescita

Sunia e Cgil, che hanno realizzato un focus su Catania e Palermo, chiedono una legge regionale sul diritto all’abitare. Le fasce più colpite sono giovani, famiglie a reddito medio-basso, lavoratori precarie e anziani

Redazione La Sicilia

14 Ottobre 2025, 14:23

E' allarme sulla crisi abitativa in Sicilia: contratti stabili in calo e affitti brevi in crescita

Un mercato delle locazioni sempre più instabile, famiglie in affanno nella ricerca di un’abitazione, studenti e lavoratori precari costretti a soluzioni temporanee e costose: è l’immagine delineata al Salone Russo di via Crociferi durante la conferenza stampa promossa da Sunia e Cgil Sicilia.

Al tavolo dei relatori Giusi Milazzo, segretaria generale Sunia Sicilia; Angela Biondi, segretaria confederale Cgil Sicilia; Agata Palazzolo, segretaria generale Sunia Catania; e Valentina Di Magro, segretaria confederale Cgil Catania. Il quadro, costruito sui dati dell’Osservatorio immobiliare elaborati dal Sunia nazionale, racconta un Paese — e un’Isola — in cui l’accesso alla casa è sempre più complesso.

Dati nazionali

  • I contratti di lungo periodo scendono da 508.544 (2019) a 426.861 (2023): -19,13%.
  • Le locazioni per studenti crescono da 42.971 (2021) a 46.419 (2023): +8,02%.
  • I contratti transitori restano sostanzialmente stabili: +3,54% in tre anni (169.389 nel 2021 → 175.397 nel 2023).

Aree metropolitane

  • Contratti a lungo termine: -18,30%.
  • Concordati: -14,15%.
  • Locazioni per studenti: +9,70%.
  • Transitori: +11,70%.

Focus regionale

  • Palermo (2023): 4.475 transitori; 1.768 studenti; 5.038 lunga durata.
  • Catania (2023): 2.692 transitori; 2.793 studenti; 2.416 lungo periodo.

Affitti brevi vs locazioni stabili

  • Palermo: 5.981 affitti brevi vs 10.191 locazioni di lungo periodo.
  • Catania: 3.680 brevi vs 4.525 stabili.
  • Portali immobiliari (2023):
    • Palermo: solo 595 case per affitti lunghi contro quasi 6.000 alloggi per brevi soggiorni.
    • Catania: appena 252 a lungo termine contro 3.689 per il turismo.

Sfratti

  • Italia: richieste di esecuzione in crescita di quasi +10%; sfratti eseguiti sostanzialmente invariati.
  • Sicilia (2023): +3,22% sfratti emessi, per un totale di 1.957 provvedimenti.
  • Palermo: emessi +4,20% (1.169), eseguiti +5,21% (343).
  • Ragusa: emessi +22,12% (138), richieste di esecuzione +7,24% (459).
  • Enna: 44 richieste di esecuzione (+29%) e 10 sfratti eseguiti (+25%).
  • Catania: dati non disponibili, sistema di monitoraggio “inceppato”.

Voci dal territorio

«Le fasce più colpite sono giovani, famiglie a reddito medio-basso, lavoratori e lavoratrici precarie, anziani. Tutti cercano un affitto stabile e sostenibile, oggi quasi introvabile», spiega Giusi Milazzo.

Secondo Sunia e Cgil, «la diminuzione dei contratti abitativi per lungo residenti e l’aumento degli affitti brevi incidono sul calo delle procedure di sfratto, ma mascherano un disagio crescente». Pesano anche le difficoltà degli uffici giudiziari nella gestione dei carichi.

Per Angela Biondi: «L’assenza di una politica pubblica sull’affitto e di un’offerta capace di rispondere al ceto medio impoverito rischia di portare la Sicilia a un punto di non ritorno. Serve una legge regionale sul diritto all’abitare con soluzioni a breve e medio termine».

Per Valentina Di Magro: «Senza regole certe sugli affitti brevi e investimenti seri sull’edilizia residenziale, la casa smette di essere un diritto e diventa un privilegio».

Richieste sindacali

  • Incremento dei fondi nazionali per il sostegno all’affitto, con ripristino delle risorse tagliate.
  • Protocolli tra Comuni e Prefetture per garantire il passaggio da casa a casa prima di ogni sfratto.
  • Legge regionale sul diritto all’abitare con misure immediate e di medio periodo per contenere l’emergenza.

Il rischio è la cristallizzazione di un modello di esclusione in cui la casa diventa un lusso. «Questi dati siano un monito: restituire centralità al diritto alla casa è condizione per coesione e futuro delle comunità siciliane», conclude Agata Palazzolo.