IL LUTTO
Addio a Chris Rea, il Natale non sarà più lo stesso senza la sua voce roca e la sua chitarra inconfondibile
La notizia ha scosso il mondo della musica e generazioni di ascoltatori, che ne ricordano non solo il talento, ma anche l'attaccamento alla famiglia e l'amore per le strade
Il Natale non sarà più lo stesso senza la voce roca e la chitarra inconfondibile di Chris Rea. Il celebre cantautore e chitarrista britannico è morto a 74 anni in un ospedale del Berkshire dopo una breve malattia.
La notizia ha scosso il mondo della musica e generazioni di ascoltatori, che ne ricordano non solo il talento, ma anche l'attaccamento alla famiglia e l'amore per le strade, i viaggi e le storie quotidiane, linfa vitale del suo repertorio.
Christopher Anton Rea era nato il 4 marzo 1951 a Middlesbrough, nel Nord-Est dell'Inghilterra, da Camillo Rea, italiano originario di Arpino (Frosinone), e da madre irlandese.
Cresciuto in una famiglia di sette figli, trascorse l'adolescenza tra i chioschi di gelati del padre, un lavoro che gli impartì disciplina e senso pratico. Proprio in quell'ambiente nacque la sua passione per le automobili: sostenne il primo esame di guida al volante di una camionetta dei gelati, con un episodio rimasto famoso, quando, durante la frenata d'emergenza, l'esaminatore cadde ferendosi, senza tuttavia impedirgli di ottenere la patente.
La musica, però, era la chiamata più forte. A vent'anni, comprata la sua prima chitarra, una Hofner V3 del 1961, iniziò a dedicarsi completamente allo strumento, mettendo in secondo piano gli affari di famiglia. «Ero destinato a sviluppare il business dei gelati», raccontava, «ma passavo tutto il tempo in magazzino a suonare la slide guitar».
Muove i primi passi nei gruppi locali The Elastic Band e Magdalene, prendendo il posto di quello che sarebbe poi diventato una star, David Coverdale.
Nel 1975 vince un concorso nazionale, ma il contratto discografico tarda ad arrivare. La svolta arriva nel 1978 con Fool (If You Think It’s Over), estratta dall'album d'esordio Whatever Happened to Benny Santini?, che conquista la vetta della classifica Adult Contemporary negli Stati Uniti e gli vale una nomination ai Grammy.
Nonostante l'affermazione, Rea rimane un artista schivo e meditativo: Michael Levey, cofondatore della Magnet Records, lo ricordava come «più un poeta attento e pensieroso che un interprete pop naturale».
Negli anni Ottanta consolida la carriera con una serie di album e singoli di forte impatto, oscillando tra rock melodico e blues. Brani come Let It Loose, I Can Hear Your Heartbeat, Josephine e On the Beach testimoniano la sua capacità di intrecciare energia e sensibilità.
Nel 1986, bloccato con la moglie tra neve e traffico sulla tratta Londra–Middlesbrough, scrive Driving Home for Christmas, oggi un classico intramontabile che ogni dicembre torna nelle programmazioni radiofoniche. Con autoironia, ammetteva di aver esitato a pubblicarlo: «Non avevo bisogno di una canzone di Natale in quel momento, ma fortunatamente la casa discografica insistette».
Il trionfo non si limita al repertorio festivo. The Road to Hell (1989) e Auberge (1991) raggiungono il primo posto nelle classifiche britanniche, consolidando la sua notorietà internazionale.
La discografia di Rea conta 18 album in studio, oltre a raccolte e progetti speciali come New Light Through Old Windows (1988) e Blue Guitars (2005), imponente ciclo di undici dischi con 137 brani inediti, un DVD e un libro illustrato dallo stesso artista: un manifesto della sua inesauribile creatività e del gusto per la sperimentazione.
Profondamente legato all'esperienza concreta, Rea fa delle strade e dei viaggi in auto la metafora privilegiata dell'esistenza: «Vedo coppie in macchina, mi chiedo se siano sposate, colleghi, amanti… La strada diventa sempre una metafora per il percorso che stiamo facendo nella vita», spiegava. Questa visione attraversa la sua produzione, conferendo ai brani un realismo poetico capace di parlare a tutti.
La passione per i motori lo porta anche a collezionare e guidare auto d'epoca, a scendere in pista e a collaborare con il team di Formula 1 Jordan, vivendo in prima persona l'adrenalina delle corse.
Pur impegnato in tournée e registrazioni, mette la famiglia al centro. Sposato per oltre trent'anni con Joan Lesley, padre di due figlie, cerca costantemente un equilibrio tra palco e affetti. Anche di fronte a gravi problemi di salute — un ictus nel 2016, il diabete e complicazioni renali — non abbandona la musica: continua a incidere e a esibirsi in Europa, firmando Road Songs for Lovers (2017), prova ulteriore della sua resilienza e della passione inestinguibile.
Accanto alla musica coltiva incursioni nel cinema: compone la colonna sonora di La passione (1996) di John B. Hobbs, scrive e interpreta brani per Soft Top Hard Shoulder (1992) e recita nella commedia Parting Shots (1999).
Una versatilità che riflette la stessa curiosità e dedizione che metteva in ogni nota: la capacità di trasformare il vissuto personale in arte universale.