Cultura e società
Neno da Torino a Palermo per Send This Nude
Secondo episodio su YouTube: Neno per Borealis in "Send This Nude", nudità come atto liberatorio e performance autentica nello studio Réclame
Davide Giusto Guidi
Il 15 novembre è arrivato su YouTube il secondo episodio di "Send This Nude", il format rivoluzionario ideato da Borealis che punta a spogliare l'artista da ogni convenzione. Protagonista questa volta è Neno, cantautore torinese classe ‘98, al secolo Stefano Farinetti, che ha accettato la sfida della nudità artistica proposta da Borealis per Send This Nude (Video Integrale Neno).
Ad un mese dal debutto, firmato dalla performance di Alice Alagna, forse la prima cantante esordiente ad esibirsi completamente nuda in una live session, il format accoglie un'artista del Nord Italia, confermando la vocazione nazionale del progetto. Una scelta che testimonia come la proposta di Borealis funzioni e si rivolga non solo a cantanti emergenti ma anche ad artisti più affermati.
Neno porta con sé un curriculum di tutto rispetto: la partecipazione alla diciannovesima edizione di "Amici" di Maria De Filippi, il podio a Castrocaro 2020, il palco del Concerto del Primo Maggio di Roma.
La nudità come liberazione
Durante la registrazione, l'artista torinese ha detto di sentirsi "a casa". Un'affermazione che assume particolare rilevanza considerando il contesto provocatorio del format: cantare completamente nudi davanti alle telecamere con tutto lo staff di produzione nudo, a oltre mille chilometri dalla propria città, in uno studio sconosciuto. Eppure, proprio questa condizione estrema ha messo Neno a suo agio. Evidentemente la nudità come linguaggio è in grado di abbattere quelle barriere invisibili che spesso ingabbiano gli artisti durante i live. Il merito di questa trasformazione va anche alla scelta degli spazi. Gli studi fotografici scelti da Borealis per la realizzazione del progetto - Réclame - rappresentano una "comfort zone destinata a chi desidera creare senza compromessi", filosofia che si sposa bene con l’anti-confort zone imposta dalla nudità, quasi a creare una sorta di equilibrio che mette l’artista nella condizione perfetta per esibirsi. Un manifesto che promuove la creatività libera e non censurata, in perfetta sintonia con la filosofia di "Send This Nude".
Un esperimento che funziona
Il risultato è un contenuto autentico, spogliato - è il caso di dirlo - di tutti quegli artifici che spesso caratterizzano le esibizioni televisive tradizionali. Per un artista emergente come Neno, abituato a confrontarsi con palchi importanti ma anche con le pressioni di un'industria musicale sempre più competitiva, l'esperienza di "Send This Nude" rappresenta un'opportunità unica: quella di mostrarsi per quello che è, senza filtri né armature, vedere per credere insomma. L’artista dopo alcuni mesi dalla registrazione ha risposto ad alcune domande:
Com’è cambiato il tuo modo di vivere la performance dopo aver affrontato la nudità davanti alle telecamere?
Da un certo punto di vista, cantare le proprie canzoni è già un modo di mettersi a nudo, soprattutto per chi, come me, prende spunto dalla propria vita. Negli ultimi anni ho cercato di migliorare il mio rapporto con il palco: non faccio cose eclatanti, ma cerco di essere il più possibile a mio agio, senza pensare troppo a cosa la gente possa pensare. Sul palco sto bene proprio perché faccio quello che mi va.
È anche per questo che ho accettato di partecipare a Send This Nude: nonostante non abbia una grande affinità con la mia nudità, mi sembrava un esperimento interessante, una prova personale. Non posso dire che mi abbia rivoluzionato il modo di stare in scena, ma è stato un tassello in più in un percorso che, come ogni abilità, si costruisce e si affina con il tempo.
C’è stato un momento, durante la registrazione, in cui hai sentito davvero di esserti “spogliato” anche a livello emotivo?
È stato un live divertente, anche perché la scelta dei brani andava proprio in quella direzione: canzoni up tempo, leggere, dove l’emotività non è al centro. Però sì, mi sono chiesto a lungo come sarebbe stato cantare dal vivo nudo, e devo dire che è un’esperienza particolare. Sei lì solo con il tuo corpo e la tua musica, senza nulla a protezione — nemmeno i vestiti — e questo, in un certo senso, rende tutto più vero.
Se dovessi descrivere Send This Nude in una sola parola, quale sarebbe e perché?
Tolto che è un’esperienza che consiglierei ad altri artisti, perché credo che nella carriera artistica valga la pena provare un po’ di tutto — ovviamente cercando di fare cose belle, con persone belle e con produzioni capaci, come Studio Borealis — se dovessi scegliere una parola per descrivere Send This Nude direi “audace”.
Forse non è una parola che mi convince del tutto, ma rende bene l’idea: il progetto è davvero audace, nel pensiero che c’è dietro e nell’obiettivo di riportare la normalità di un corpo sotto i riflettori, in un momento in cui siamo bombardati da immagini di corpi perfetti e irraggiungibili.