il ricordo
Lilla Costarelli, la corista acese di Sanremo: «Vi racconto il mio Vessicchio, un signore della musica»
Sul palco del Festival per dieci anni: «Un maestro gentile e ironico, quante chiacchiere sui divanetti dell'Ariston»
«Un signore della musica, un maestro gentile, un uomo d'altri tempi. Musicalmente colto ma mai supponente, mai arrogante». Così Lilla Costarelli - nata a Riposto ma vive da sempre ad Acireale, oggi insegnate di canto - corista sul palco di Sanremo dal 1994 al 2003, racconta Beppe Vessicchio, il direttore d'orchestra che con il suo garbo, la sua capigliatura e la barba alla Verdi, i suoi papillon, il suo sguardo gentile e rassicurante, è entrato nelle case degli italiani. Un volto popolare e amato della tv anche per l'ironia e la naturalezza con cui si prestava alle gag con Luciana Littizzetto o con Claudio Baglioni.
"La notizia della sua scomparsa è stata un colpo basso, dolorosissimo - commenta Lilla - Provo molta amarezza, un grande dispiacere, come credo tante persone in questo momento. Un personaggio amato e stimato. Il maestro Vessicchio era un grande della musica e della tv».
Lilla Costarelli ha mosso i primi passi con il maestro Pippo Caruso. "Ho cominciato al Festival della canzone siciliana di Pippo Baudo ad Antenna Sicilia. Da lì è partito tutto, ho continuato a lavorare con Caruso che mi ha portato a Sanremo come corista dell'Orchestra. Per tanti anni ho cantato nei dischi di molti nomi noti. Sanremo? C'è un'atmosfera surreale, succede di tutto. Nelle edizioni di Baudo c'erano ospiti come Elton John, Celine Dion, George Benson, Whitney Houston. Non c'erano orari, ma era emozionante stare sul palco accanto a loro».

E a Sanremo ha conosciuto il maestro Beppe Vessicchio. «Negli anni ha accompagnato tantissimi artisti. Lo ricordo elegante, gentile, attentissimo con i musicisti. Nelle lunghe settimane di prove ho passato pomeriggi nel salottino dell'Ariston, con le mie colleghe, a chiacchierare con il maestro. Si stava ad ascoltarlo ed era piacevolissimo, si parlava di musica, di artisti, si scherzava. Era l'anno de "La terra dei cachi" di Elio e le storie tese, un'impresa ardua leggere la partitura! Vessicchio era un grande maestro, un grande arrangiatore, molto preparato ma aveva anche un modo di fare che conquistava, moderato, sorridente, dai modi gentili. Aveva una grande ironia e si era regalato alla "leggerezza" dello spettacolo, ma era invece molto profondo come persona e come musicista. Mancherà a tutti».