Musica
I Kokomò da Catania a X Factor e ritorno: «Mai schiavi del successo»
Il duo etneo eliminato soltanto ai Last Call
Il duo catanese protagonista a X Factor
Immaginateli stracarichi di strumenti musicali, un po’ come i quattro ragazzi con la chitarra e un pianoforte sulla spalla di Antonello Venditti. Così i Kokomò sono arrivati da Catania a X-Factor, dove hanno portato la loro musica elettronica sfidando le regole del gioco televisivo e un certo appiattimento musicale contemporaneo.
«Abbiamo fatto Catania – Palermo, Palermo – Genova in nave, poi Genova – Milano trasportando in due gli strumenti di una band di otto elementi», raccontano divertiti Giovanni Torre e Luca Distefano quando li incontriamo al Parco Sempione.
Un piano Rhodes, dei sintetizzatori, l’immancabile chitarra elettrica, sono solo alcuni degli strumenti con cui viaggia il duo che fa musica elettronica condita da testi e da un mood ambient sognante. «Il nostro è un sound elettronico con vene rock e testi principalmente in inglese, accanto a brani più pop e aggressivi da palcoscenico», spiegano i Kokomò, che musicalmente possiamo collocare tra un live da stadio e uno show da festival. Senza escludere l’ambito palco di X-Factor, dove alla prima audition hanno ricevuto quattro sì dai giudici dell’edizione 2025 – Paola Iezzi, Achille Lauro, Jack La Furia e Francesco Gabbani – per un pezzo dei Moderat di cui è stato apprezzato il sound internazionale.
Più complicata la sfida dei bootcamp, dove nonostante qualche problema tecnico di audio hanno convinto i giudici per l’unicità del progetto esibendosi con «Costruire» di Niccolò Fabi. Per chiudere con «Bitter Sweet Symphony» dei The Verve, scelta per la puntata dei Last Call.
«Abbiamo voluto portare dei suoni diversi, tra l’elettronica e il cantautorato, sfruttando la vetrina del programma per provare a fare cultura musicale. Siamo grati per l’opportunità che ci hanno dato e per i pareri che abbiamo ricevuto, che hanno ribadito l’idea di fondo del nostro progetto musicale. Ci hanno confermato che il muro di suono arriva e si sono complimentati per le atmosfere che riusciamo a creare. Due dei punti cardine che fin dall’inizio abbiamo cercato di tenere al centro».
Entrambi catanesi, Luca e Giovanni sono musicisti da vent’anni. Una passione che avevano – momentaneamente – messo in pausa per dedicarsi alla loro crescita personale e professionale, uno nel mondo del filmmaking, l’altro della ristorazione. «Riprendere la musica dopo tempo, con una consapevolezza e un approccio diversi, ci ha permesso di viaggiare e di investire su quello in cui crediamo da sempre», dicono i due artisti che hanno partecipato a X-Factor non con la presunzione di vincere il programma, ma per entrare in contatto con etichette discografiche, agenzie di booking e management.
«Per alcuni è l’occasione della vita, noi – che abbiamo un’età e una consapevolezza diversa rispetto ai ventenni – lo vedevamo più come una sorta di acceleratore di impresa, un’opportunità per arricchire il nostro bagaglio, staccarci un attimo dal nostro mondo fatto di bar e filmografia e avere un valido motivo per dedicarci – almeno per un po’ – esclusivamente alla musica».
Un’esperienza che per certi versi lascia l’amaro in bocca ai Kokomò, nome che richiama una spiaggia immaginaria cantata in un pezzo dei Beach Boys. «Siamo stati un po’ penalizzati, abbiamo avuto poca visibilità che di certo non ci ha dato quella spinta che ci aspettavamo. Ci portiamo a casa qualche conoscenza in più, il piacere di aver incontrato un’artista come Giorgia, più sicurezza sul palco e la consapevolezza che abbiamo reso l’elettronica più fruibile al grande pubblico, senza snaturarla».
E ora? «Entro l’anno pubblicheremo sulle piattaforme digitali un EP di cover e i primi singoli inediti. Il 18 ottobre invece saremo a Catania, da Mondo Fluttuante, per un home session, un concerto intimo che consacrerà la fine di X-Factor e l’inizio di una nuova stagione di musica».