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Il personaggio

Morgan: «Solo la musica può salvare il mondo»

L'artista spara a zero su Trump, Netanyahu e i "padroni del mondo" durante il concerto a Marina di Ragusa in occasione della rassegna Marina Gourmet

Leonardo Lodato

04 Ottobre 2025, 23:59

05 Ottobre 2025, 15:40

Morgan: "Solo la musica può salvare il mondo"

Se vi aspettate il solito concerto, avete sbagliato location. Lo ha capito subito, appena si sono accesi i riflettori sul palco, la moltitudine di ragusani che ha affollato la piazza principale di Marina di Ragusa. Ed eccoli proiettati in una “striscia” di Charles Schultz, il “papà” di Charlie Brown, dove assoluto protagonista è lo Schroeder pianista Beethoven dipendente che, in questo caso, prende il nome di Morgan.

Marco Castoldi, in arte, appunto, Morgan, è la luce abbagliante dello show che apre la giornata (e chiude la nottata) inaugurale del Marina Gourmet, appuntamento giunto quest’anno alla seconda edizione che, all’intuizione di Pinuccio La Rosa, ha aggiunto quel sale q.b. (o pepe, se preferite), rappresentato dal genio e sregolatezza di Morgan voluto, in un gioco d’azzardo e scommessa (vincente), da Antonio Frasca che, in un impeto di alchimia imprenditoriale, ha scommesso tutto sulla presenza di Morgan (insieme agli altri componenti del Comitato: Giuseppe Causarano, Antonio La Rosa, Stefano Occhipinti Amato, Joseph Micieli, Sergio Magro, Emiliano Guzzardi, Rosario Dibennardo, Gianni Amorelli e Marco Ingallinera). 

Ma torniamo a Schroeder, pardòn, a Morgan e al suo “one man show” durante il quale ha dimostrato oltre alla sua infinita conoscenza musicale, quell’istrionica presenza scenica che scatena applausi a scena aperta.

A fine concerto, proviamo a stimolare Morgan sul piano dell’aspetto eno-gastronomico della manifestazione. Ma, calice di vino bianco alla mano, l’artista svicola dirigendosi verso un ambito nutritivo ben distante da quel che immaginavamo.

«Mi piace l’idea che la musica sia una medicina - racconta nel backstage tra un autografo, una foto e un selfie con le centinaia di fans che lo assalgono pacificamente -. È curativa. Anche nutritiva, non ha solo proprietà di intrattenimento ma anche sanatorie, perché è nutrizione per l’anima. L’anima è una cosa inconsistente che in apparenza non avrebbe bisogno di niente, invece va nutrita. Anima che poi, alla fine, è il cuore, sono i sentimenti. La musica è in quel regno lì ed è un linguaggio che conoscono tutti, è universale, va al di là della religione, della nazionalità, dell’età, delle epoche. Attraversa tutto, lo Spazio e il Tempo. È metafisica assoluta. Credo che in questo momento storico ci sia bisogno di tanto nutrimento, perché quel che si è perso è il senso dell’umanità, c’è un’indifferenza pericolosa, preoccupante, che porta le persone a non avere più a cuore il bene del prossimo e pensare solo a se stessi e ai soldi. Bisogna entrare in una nuova fase in cui non si mette più il denaro sopra a tutto ma si dà valore ad altro, sennò finisce che ci sterminiamo».

Morgan, sul palco, Tra Bindi, i Queen, i Pink Floyd e Beethoven, oltre al suo nuovo singolo “controcorrente” “Verrà l’estate” (scritto con Pasquale Panella), “inventa” una “Ballata della Nato” che punta sulla cruda realtà di ciò che sta accadendo nel mondo. Spara ad alzo zero sul leader israeliano Netanyahu e sui “padroni del mondo”.

Ci vorrebbe meno guerra e più musica.

«Bisogna tornare a fare musica ma anche a esprimersi, a parlare, a dialogare, a imparare a rispettare le opinioni opposte alle nostre, imparare che ogni dialogo, soprattutto quello costruttivo, è un dibattito dove ci sono due opinioni discordanti che devono riuscire a trovare le parole per servire l’una all’altra, ad ampliarsi. Invece la guerra è proprio l’incapacità di saper dialogare su due opinioni diverse. I bambini non possono subire quello a cui stiamo assistendo».

Vengono i brividi solo a pensarci.

«È una cosa spaventosa e non si può rimanere in silenzio davanti a tutto questo. Io uso il palco non per fare comizi politici ma per portare al pubblico un po’ di senso della vita».

Sbarchiamo in Sicilia, terra a te molto cara anche se è la prima volta che ti esibisci nel Ragusano.

«E’ vero, conosco la Sicilia ma qui non ero mai venuto anche se stasera mi sento davvero a casa...».

Magia?

«No, semplicemente ho un manager ragusano (Maurizio Giacchino, ndr) che mi ha parlato tantissimo di questa terra splendida come splendidi sono i ragusani in genere».

Tra le tue conoscenze siciliane c’è anche Luca Madonia. Insieme avete duettato in “Io che non ho sognato mai”, brano inserito nell’album “La Piramide”.

«Un grande! Davvero una cara persona!».

E un’amicizia in comune: Franco Battiato...

«Franco è stato mio amico».

Tutti dicono di essere stati suoi amici, c’era un traffico immenso a casa Battiato...

Ride Morgan. Poi ci pensa su e assume uno sguardo malinconico. «Con Franco sono stato molto legato soprattutto negli anni ’90, ci siamo frequentati tanto, eravamo molto vicini. Lui aveva l’età che io ho adesso, era più grande di me, una figura paterna e mi voleva bene proprio come se fossi suo figlio. Mi manca molto».

Manca a tutti.

«Era troppo intelligente. Una fortuna averlo accanto. Quando ero con lui, a volte, mi dicevo: che bello vivere in un mondo dove c’è uno come Franco Battiato!».

E poi c’è un “finto” siciliano, Domenico Modugno. Hai fatto una splendida interpretazione di “Come hai fatto”, roba da brividi.

«Quella canzone la amo molto. Modugno, tra tutti, era il cantautore più fondativo, la base della canzone italiana. Negli anni Cinquanta aveva già fatto tutto, ricordiamoci che Volare è del ’58. Ha avuto successo in quell’anno, ma anche con “Lu pisci spada” e tutte quelle canzoni dialettali meravigliose. E’ il mio riferimento totale».

E cantava in siciliano...

«Si spacciava per siciliano».

Per chiudere, cosa ti piace di più della Sicilia?

Morgan ci pensa un attimo, alza lo sguardo e dice: «Beh, per esempio, queste due ragazze di fronte a noi!». E dopo questa battuta Morgan meriterebbe di entrare “ad honorem” nel... Comitato del Gusto.