Aeroporto di Palermo
Da qui «Nun si parti» aumenti fino al 900% ed esplode la protesta sul caro voli
Manifestazione davanti allo scalo Falcone Borsellino «Speculazione su emigranti e studenti. Ci si svena per fare un concorso»
I fortunati che hanno potuto permettersi di viaggiare in aereo per rientrare in città a ridosso di Natale, hanno trovato ad accoglierli all’aeroporto Falcone e Borsellino i ragazzi dell’associazione “Nun si parti” che, insieme a Federconsumatori e Cgil, hanno organizzato un sit-in di protesta contro il caro voli.
«Ogni anno per le feste le compagnie aeree speculano sugli emigrati con rincari che arrivano fino al 900 per cento – dice Antonino Graziano, del movimento nato per contrastare l’emigrazione “forzata” dal sud e lo spopolamento delle aree interne - a pagarne le spese sono i siciliani che vivono al nord Italia e che magari hanno già una condizione economica precaria. Non solo noi giovani siamo costretti a emigrare per mancanza di opportunità – continua Graziano - ma se vogliamo riabbracciare i nostri cari per Natale siamo costretti a pagare cifre folli». Qualche giorno fa, in audizione alla Commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall’insularità, l’Antitrust aveva escluso pratiche scorrette delle compagnie aeree, specificando che l’analisi sulle rotte domestiche di Sicilia e Sardegna «non ha rilevato criticità competitive significative», cosa che ha scatenato l’immediata reazione delle associazioni dei consumatori. «Occorre aprire un tavolo politico con stato, regione, compagnie aeree, società portuali e associazioni – dice Alfio La Rosa, presidente di Federconsumatori Sicilia – serve un negoziato che possa partorire un piano stagionale soprattutto nei periodi di vacanza, per avere un maggior numero di voli e dei prezzi calmierati per i cittadini che si spostano per motivi di lavoro, studio, salute. Bisogna coniugare le esigenze del mercato libero – conclude La Rosa – e garantire giustizia sociale per tutti i cittadini, affinché possano muoversi liberamente sul territorio nazionale». Un volo da Milano per Catania o Palermo in questo periodo può costare fino a 600 euro, chi non può permetterselo rinuncia oppure è costretto a viaggi che sembrano vere e proprie odissee: «Un amico per risparmiare è partito da Torino, ha fatto scalo a Budapest e solo così è potuto rientrare a Catania. Chiediamo una presa di posizione netta da parte della classe dirigente, sia regionale che nazionale».
E sul tanto decantato Sicilia express, il giudizio è secco: «È una goccia nell’oceano, una soluzione tampone utile per pochi, che non ha alcun effetto rilevante” – commenta Graziano - così come altri provvedimenti che sono stati presi negli anni scorsi dal governo Schifani. A fronte di aumenti del 900 per cento, cosa ce ne facciamo di uno sconto del 25 per cento?”. Ma il caro voli non colpisce soltanto chi ha il desiderio di riunirsi con amici e familiari durante le feste, con i prezzi folli dei biglietti aerei hanno dovuto misurarsi anche i partecipanti ai concorsi destinati ai ruoli dell’Avvocatura dello Stato, del Consiglio di Stato e dei Tar, che sono stati convocati in un’unica sede: la Nuova Fiera di Roma, dal 15 al 18 dicembre. «Calendarizzare le prove a ridosso delle festività natalizie è fuori da ogni logica - dice Gaetano Gambino, presidente della Federazione provinciale del Partito Democratico - il diritto a partecipare a un concorso pubblico nazionale non può diventare un privilegio riservato a chi ha la disponibilità economica per affrontare queste spese ed escludere tutti gli altri». Il caso era stato sollevato da Emanuele Di Maggio, un giovane che per partecipare a due delle prove che si tenevano nella capitale, ha dovuto spendere centinaia di euro all’andata, per poi rientrare in Sicilia con la nave da Civitavecchia, impiegando un giorno intero.
«Quando ho scritto un post sui social raccontando la sua storia – spiega Gambino – sono stato contattato da decine di persone che avevano avuto lo stesso problema. È inconcepibile che i concorsi pubblici, che dovrebbero garantire pari opportunità di accesso per tutti i cittadini, si trasformino in una prova di resistenza economica per i partecipanti provenienti dalle isole».
Per questo motivo i deputati Peppe Provenzano del Pd e Paolo Ciani di Demos hanno presentato interrogazioni al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. «È paradossale – dice Ciani – che in molti casi volare all’estero costi meno che spostarsi all’interno del nostro Paese».