Comune
Una villa storica "mutilata" dal progetto del tram a Palermo
La delibera sulle nuove tratte pronta ad approdare in consiglio al fotofinish per non perdere i fondi ma restano i rilievi della Soprintendenza sulla dimora storica di via San Lorenzo e i nodi del verde senza coperture
La strettoia davanti alla monumentale villa settecentesca all’intersezione tra viale Strasburgo e via San Lorenzo, i bulldozer che spazzano via la cancellata e la guardiola. Una sceneggiatura scritta nel progetto della linea E2 del tram. La Soprintendenza dei Beni culturali ha alzato le antenne da mesi, per difendere Villa Ventimiglia del Marchese di Geraci dal tram, che secondo il progetto che lunedì approderà in consiglio, passerebbe proprio da lì.
La delibera va in aula nell’ansia a orologeria per la scadenza dell’obbligazione giuridicamente vincolante il 31 dicembre con perdita del finanziamento da oltre mezzo miliardo di euro (solo in parte già coperto, solo per E2, stadio-Zen, e F, stazione centrale-Giachery): la stessa che ha fatto balzare nei giorni scorsi dalla sedia il ragioniere generale Paolo Bohuslav Basile per l’omissione, da parte dell’assessorato alla Pianificazione retto da Maurizio Carta, dell’apposizione dei vincoli preordinati all’esproprio. Senza i quali, è noto, il mezzo miliardo per le nuove tratte sarebbe andato comunque perso, facendo scrivere al ragioniere generale di «situazione potenzialmente dissestante per il Comune».
La Soprintendenza ha cassato la soluzione dell’esproprio con demolizione, scrivendo che «la tratta E, oltre a intercettare un’area a tutela paesaggistica, interferisce con una porzione della Villa Ventimiglia del Marchese di Geraci. Il passaggio prevede l’esproprio parziale, ai fini della demolizione del cancello monumentale». Il Comune ha provato a eccepire che cancellata e guardiola sono state riedificate in tempi successivi, per sentirsi rispondere con una parola grossa: «Anastilosi», ricostruzione fedele con gli stessi materiali, meritevole della medesima tutela. Se ne riparlerà in sede di progettazione esecutiva, hanno assicurato Carta ieri in consiglio e gli uffici: «Il contratto sarà firmato il 30 gennaio - dicono dall’assessorato - le opzioni, da febbraio a giugno 2026, vanno dal sottopasso al sovrappasso fino alla rotaia unica con semaforo, detto sistema “banalizzato”». Non la sola spina: il verde è senza fondi, a partire dalla villetta dello Zen. Si tratta delle piantumazioni la cui realizzazione farebbe comunque scendere le superfici verdi, calcolate sull’intero sistema, di 4.400 metri quadrati - 1.876 sulla E2 - da 90.337 a 85.896. Anche qui, poi vediamo: «Aspettiamo i fondi Fua, tra febbraio e marzo», ha detto Carta.
Critica la capogruppo di Oso, Giulia Argiroffi: «Un progetto presentato come occasione di rigenerazione urbana si è rivelato un susseguirsi di occasioni perse, con una gestione guidata dalla rincorsa ai finanziamenti. Ignorate le reali esigenze: l’attraversamento dell’Oreto con la tratta D verso Bonagia e interventi di riqualificazione, soprattutto green, continuamente rinviati e rivelatisi pessimi investimenti. Si sacrificano alberi maturi per sostituirli con meno alberi e più piccoli. Il Conalpa, ascoltato in commissione, ha spiegato che per rimpiazzare un albero adulto ne servono 400 piccoli».