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dopo l'incendio

Gela scende in piazza e dice no alla criminalità organizzata

La città si mobilita dopo il rogo che ha distrutto il nuovo punto vendita Zangaloro

Laura Mendola

13 Dicembre 2025, 13:12

Gela scende in piazza e dice no alla criminalità organizzata

La comunità gelese si prepara a dare una risposta forte e compatta all’ennesimo atto intimidatorio che ha colpito il territorio. Nella mattinata del 12 dicembre, un incendio doloso in viale Enrico Mattei ha devastato i locali del nuovo fast food Zangaloro Meat Factory, marchio palermitano pronto ad aprire una sede a Gela. Le fiamme, divampate poco prima delle 6, hanno distrutto arredi e cucina, compromettendo un investimento che avrebbe garantito 14 nuovi posti di lavoro.

Secondo le prime ricostruzioni, ignoti avrebbero infranto una vetrata per introdursi nel locale e appiccare il fuoco. L’intervento tempestivo dei vigili del fuoco ha evitato che le fiamme si propagassero ad altre attività vicine, mentre la polizia ha avviato indagini raccogliendo le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona. La matrice dolosa appare la pista più accreditata, e la Procura di Gela ha aperto un fascicolo per accertare responsabilità e mandanti.

La risposta della città

Il sindaco di Gela, insieme alle associazioni datoriali, ai sindacati, al mondo della scuola e alle forze politiche locali, ha lanciato un appello alla cittadinanza: lunedì 15 dicembre alle ore 17:30 si terrà un sit-in pubblico nella zona di Macchitella, proprio nei pressi del luogo dell’incendio. L’iniziativa vuole essere un segnale chiaro e inequivocabile: “Gela non si piega, Gela reagisce”.

La mobilitazione punta a coinvolgere soprattutto i giovani, affinché la loro presenza diventi testimonianza di un futuro diverso, libero dalle logiche criminali. “Un atto vile colpisce non solo un’impresa, ma l’intera comunità gelese. La risposta deve essere collettiva e determinata”, ha dichiarato il primo cittadino.

Un simbolo di resistenza

Zangaloro, azienda siciliana nata a Palermo nel 1950 e oggi guidata dalla quarta generazione della famiglia, ha scelto di investire a Gela per portare sviluppo e occupazione. L’attacco subito non è solo un danno economico, ma un tentativo di intimidire chi crede nella possibilità di costruire un tessuto imprenditoriale sano e competitivo.

La vicenda ha suscitato profonda indignazione e solidarietà da parte di istituzioni e cittadini. “Non ci fermiamo”, hanno dichiarato i titolari del marchio, ribadendo la volontà di proseguire nel progetto.

Il sit-in di lunedì rappresenta un momento cruciale per riaffermare i valori di legalità e giustizia. La partecipazione della cittadinanza sarà la risposta più forte a chi tenta di soffocare lo sviluppo con la violenza. Gela vuole dimostrare che la criminalità non può e non deve avere spazio.