La sentenza
Cassazione conferma l'impianto accusatorio sulla mafia dei Nebrodi: 50 condanne e oltre 10 milioni di fondi Ue sottratti
L'inchiesta del 2020 aveva portato a 94 arresti, 151 imprese sequestrate e all'accusa di oltre 10 milioni di euro di contributi Ue sottratti con la complicità di funzionari regionali.
Tribunale di Messina
Confermato dalla Cassazione l'impianto accusatorio per la mafia dei Nebrodi. In terzo grado sono state confermate le condanne per 50 imputati, mentre la prescrizione ha azzerato un centinaio di capi d'imputazione ma nel complesso le accuse hanno retto fino alla condanna definitiva.
Nel 2020, la procura di Messina, guidata all'epoca da Maurizio De Lucia (adesso capo della procura di Palermo), aveva chiesto e ottenuto l'arresto di 94 persone, di cui 48 in carcere e 46 agli arresti domiciliari. Mentre erano state sequestrate ben 151 imprese, conti correnti e rapporti finanziari. Tra questi, esponenti del sodalizio mafioso, imprenditori e amministratori, tra cui il sindaco di Tortorici. Tutti, accusati, a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, falso, truffa.
Secondo l'accusa, i clan storici dei Nebrodi – il clan dei Batanesi e il clan dei Tortoriciani – avevano messo le mani sui contributi europei grazie anche alla connivenza dei colletti bianchi. Dal 2012 avevano ottenuto più di 10 milioni di euro dall’Ue, come contributi europei per l’agricoltura. Il tutto grazie alla connivenza e consulenza di funzionari regionali.