×

Il lutto

Morto a 41 anni Salvatore Raciti, tra i titolari delle Capannine: inutile la corsa in ospedale, salma sequestrata

L'uomo avrebbe avuto un malore mentre sistemava degli addobbi natalizi nel giardino di casa. Entro la settimana potrebbe essere conferito l'incarico al medico legale per l'autopsia

Luisa Santangelo

02 Dicembre 2025, 15:25

16:31

Morto a 41 anni Salvatore Raciti, tra i titolari delle Capannine: inutile la corsa in ospedale, salma sequestrata

Salvatore Raciti, 41 anni, tra i titolari dello stabilimento balneare Le Capannine di Catania, è morto nella notte tra l'1 e il 2 dicembre. Secondo quanto appreso, si trovava nel giardino della sua abitazione alla Plaia, impegnato insieme ad alcuni amici a sistemare degli addobbi natalizi, quando ha avuto un malore. I primi soccorsi sono arrivati dalle persone che erano con lui. Dopo avere telefonato al 112 e avere verificato che sarebbe stato necessario attendere per l'arrivo dell'ambulanza, un amico lo avrebbe caricato in auto e portato nel primo ospedale conosciuto: all'arrivo all'ingresso del pronto soccorso del Garibaldi Nesima (che però è dedicato alle emergenze ostetriche), la vettura sarebbe stata raggiunta dall'ambulanza del 118. Nonostante l'intervento dei soccorritori, non ci sarebbe stato nulla da fare.

Non è chiaro se il 41enne sia morto durante il trasporto verso l'ospedale o quando era già intervenuta l'ambulanza. La procura di Catania ha comunque disposto il sequestro della salma e tra giovedì e venerdì potrebbe essere conferito l'incarico al medico legale per l'autopsia. Il cadavere si trova, al momento, nell'obitorio del Policlinico di via Santa Sofia. Nella villa di viale Kennedy e in ospedale sono arrivati gli agenti della Polizia di Stato, che hanno eseguito i primi rilievi. Apparentemente senza trovare elementi che possano fare pensare a qualcosa di diverso che a una morte per cause naturali.

Salvatore Raciti lascia una moglie e tre figlie, l'ultima delle quali nata pochi mesi fa. Fratello di Francesca Raciti, ex presidente del Consiglio comunale di Catania tra il 2013 e il 2018, il nome di Salvatore Raciti è finito sulle pagine delle cronache dei giornali nel 2020, quando le perquisizioni della guardia di finanza nei bungalow delle Capannine e nei terreni vicini servono a scoprire la presenza di armi. Per l'imprenditore scattano all'epoca gli arresti domiciliari.

Successivamente, le indagini della procura di Catania ipotizzano relazioni pericolose con il clan Cappello, sulla scorta delle dichiarazioni dei pentiti. Altri collaboratori di giustizia, in passato, avevano parlato anche del padre di Raciti, Carmelo, indicandolo come vicino alla famiglia Santapaola-Ercolano. E, anni dopo, pure quest'ultimo come legato ai Cappello. Le richieste di misura cautelare della procura per padre e figlio sono state finora tutte rigettate. È pendente l'udienza preliminare dopo una richiesta di rinvio a giudizio. La posizione di Salvatore Raciti, com'è ovvio, sarà chiusa.