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Il decreto

Catania, Giovanni Nizza al 41bis: «Elevata pericolosità e contatti con l’esterno»

Ecco cosa c'è scritto nel provvedimento di "carcere duro" firmato dal ministro della Giustizia Carlo Nordio

Laura Distefano

02 Dicembre 2025, 06:30

Catania, Giovanni Nizza al 41bis: «Elevata pericolosità e contatti con l’esterno»

Dieci pagine in cui si certifica l’elevata pericolosità sociale di Giovanni Nizza “banana”, detenuto per una serie di condanne e misure. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha firmato il decreto con cui sottopone il boss catanese - come già scritto su La Sicilia - al regime del 41bis, il cosiddetto “carcere duro”.

Facciamo un passo indietro. Nizza è diventato un po’ il regista degli affari criminali riferibili al gruppo mafioso d’appartenenza perché sarebbe stato l’unico ad avere qualche possibilità di comunicazione in più rispetto agli altri fratelli che sono già reclusi in regime di 41bis. E precisamente Daniele e Andrea Nizza. Giovanni, invece, seppur in “alta sicurezza”, sarebbe riuscito ad avere contatti con l’esterno, così come è emerso nell’operazione “Naumachia” eseguita la scorsa estate. E da cui trae origine la richiesta della procura di Catania indirizzata al Ministero della Giustizia. «Il quadro gravemente indiziario nei confronti dell’indagato - si legge nel decreto - è costituito anche dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Silvio Corra, Salvatore Scavone e Salvatore Sam Privitera che sono state riscontrate da un rilevante compendio probatorio derivante dall’attività tecnica di intercettazione dei colloqui in carcere di Nizza e delle conversazioni telefoniche autorizzate ma usate in modo illegittimo dal detenuto». Sarebbe stato ad esempio proprio Giovanni Nizza a «dare disposizioni dal carcere» nel 2019 di affidare l’incarico di reggente a Corra.

È lo stesso collaboratore ad averlo spiegato alla procura quando, da uomo libero, è andato a bussare alla caserma dei carabinieri di piazza Verga. E sempre Giovanni Nizza avrebbe “nominatoSalvatore Scavone responsabile del clan nel 2020 (come successore di Corra). Mentre Sam Privetera ha assicurato che Giovanni Nizza avrebbe continuato a guidare il clan anche dal carcere «facendo uso del telefono illegalmente detenuto e tramite la moglie (che è stata arrestata nel blitz Naumachia, ndr)». Le dichiarazioni dei tre pentiti, «in relazione al ruolo direttivo di Nizza nonostante la carcerazione, trovavano formidabile riscontro nell’attività tecnica di intercettazione». Per Nordio «da questi elementi è possibile desumere l’esigenza di prevenzione rispetto ai rischi cui la collettività rimane esposta in relazione alla capacità di collegamento del detenuto con l’ambiente esterno».