Blitz "Follow the Money"
Mafia imprenditoriale: definitive le condanne ai vertici del clan Scalisi di Adrano
Con il rigetto dei ricorsi da parte della Cassazione diventano irrevocabili anche le confische.
La Cassazione ci mette il punto. Diventano definitive le pene comminate dalla Corte d'Appello di Catania a carico degli imputati del processo abbreviato scaturito dall'inchiesta "Follow the money", che ha totalmente azzerato il patrimonio imprenditoriale (illecito) accumulato dal clan Scalisi di Adrano. E infatti sono partite le confische irrevocabili per alcuni dei vertici della famiglia mafiosa storicamente alleata ai famigerati Laudani di Catania. Fra questi Pippo Scarvaglieri, detenuto al 41bis, e il nipote Salvatore Calcagno, colui che avrebbe dato lo scettro a Salvatore Giarrizzo, che poi è diventato un collaboratore di giustizia.
La Suprema Corte ha rigettato tutti i ricorsi dei difensori che hanno impugnato il verdetto d'Appello. L'ultimo grado di giudizio è stato affrontato da Antonio Calcagno (condanna definitiva a 6 anni e 8 mesi), Salvatore Calcagno (11 anni e 4 mesi), Cristopher Cardillo (1 anno e 10 giorni), Giuseppe Scarvaglieri (3 anni e 8 mesi), Agatina La Mela (1 anno), Marco Cariola (1 anno e 8 mesi).
La "faccia imprenditoriale" del boss Pippo Scarvaglieri sarebbero stati i Siverino, padre e figlio, che stanno affrontando il processo ordinario ma qualche tempo fa il loro tesoretto aziendale diffuso in tutta Europa (con tanto di auto di lusso come le Ferrari) è finito anche al centro di una misura di prevenzione. Agatina La Mela è la moglie del presunto prestanome del boss. Intercettazioni e poi rivelazioni di pentiti hanno permesso di poter comprendere come Scarvaglieri, dal carcere, riuscisse a fornire indicazioni e direttive anche economico-finanziarie. Il foglio di via dell'inchiesta arrivò da alcuni appunti di Siverino dove erano segnati nomi e cifre che permisero ai finanzieri di ricostruire la filiera illecita degli investimenti del clan Scalisi.