l'inchiesta
Appalti truccati, la Procura di Palermo ha chiesto alla Camera le chat di Saverio Romano con Cuffaro: nelle prossime ore la decisione sulle richieste di arresto
Era stato lo stesso ex ministro a sollecitare la consegna ai pm delle copie forensi del contenuto del cellulare, ma deve esserci l'ok della Giunta per le autorizzazioni
La Procura di Palermo ha inoltrato alla Camera dei Deputati la richiesta per scaricare una copia forense del contenuto del telefono cellulare di Saverio Romano, il coordinatore nazionale di Noi Moderati, per il quale i pm di Palermo hanno chiesto l’arresto insieme ad altre 16 persone tra cui l’ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro nell’ambito di una inchiesta sugli appalti e dei concorsi truccati che ha travolto la Democrazia Cristiana.
A rendere nota la richiesta dei magistrati palermitani è stato proprio l’ex ministro che nei giorni scorsi aveva scritto al presidente di Montecitorio Lorenzo Fontana al quale aveva chiesto di ottenere in tempi brevi l’ok della Giunta per le autorizzazioni a procedere perché – sostiene Romano – i messaggi contenuti nel suo cellulare dimostreranno la sua estraneità alle vicende contestate dalla Procura di Palermo.
“Mi adopererò – ha scritto Saverio Romano – per accelerare i tempi di questa procedura e la mia richiesta nasce dalla consapevolezza di poter dimostrare la mia estraneità alle accuse che mi vengono contestate. Mi adopererò affinché la Giunta si possa pronunciare rapidamente confermando quanto da me richiesto”. Le chat che i pm palermitani hanno chiesto sono quelle con «i coindagati Salvatore Cuffaro, Ferdinando Aiello, Sergio Mazzola e Alessandro Maria Caltagirone attraverso WhatsApp». La Procura ha chiesto le copie forensi del contenuto dei cellulari degli indagati, compreso quello di Salvatore Cuffaro, e sono all’esame del nucleo investigativo telematico dei carabinieri di Palermo.
Il gip del Tribunale di Palermo Giuseppa Zampino, dopo avere terminato gli interrogatori di garanzia lo scorso 17 novembre, nelle prossime ore si pronuncerà sulle richieste delle misure cautelari degli arresti domiciliari per i 17 indagati. Tutti, compresi dunque Saverio Romano, Salvatore Cuffaro e il capogruppo Dc all’Ars Carmelo Pace, sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta.