×

emergenza idrica

Diga Trinità di Castelvetrano, si continua a buttare l'acqua in mare. L'appello degli agricoltori: «Si alzi la soglia di due metri»

Come ormai da anni, il ministero ha imposto un tetto massimo oltre il quale la diga non può immagazzinare acqua. Ma per Cia e Coldiretti qualcosa si può cambiare

Redazione La Sicilia

27 Novembre 2025, 10:57

13:16

diga trinità

Nonostante le precipitazioni delle ultime settimane, alla diga Trinità di Castelvetrano, in provincia di Trapani, continua lo sversamento di acqua verso il mare a causa del mancato innalzamento della quota massima dell’invaso. Un paradosso che si ripete e che rischia di aggravare la già fragile disponibilità idrica del comprensorio agricolo tra Castelvetrano, Campobello e Mazara.

A denunciarlo sono la Cia e la Coldiretti. "Anche ieri le paratie della diga Trinità, a Castelvetrano, nel Trapanese, sono state aperte e come è già successo nei mesi scorsi e da anni, la preziosa risorsa è andata dispersa davanti agli occhi increduli degli agricoltori", denuncia Coldiretti.

Matteo Paladino, vicepresidente vicario della Cia Sicilia Occidentale, che la scorsa settimana ha incontrato il dirigente generale della Protezione civile regionale, Salvatore Cocina, per ribadire le criticità che da decenni affliggono il bacino. Secondo Paladino, pur a fronte di una situazione ampiamente prevedibile, la soglia dei 62 metri imposta dal Ministero delle Infrastrutture è rimasta invariata, costringendo a rilasci che svuotano la diga proprio quando sarebbe essenziale accumulare risorse.

Non possiamo permetterci di perdere altro tempo – afferma Paladino –. Chiediamo con forza che venga autorizzata subito la soglia dei 64 metri, che consentirebbe di immagazzinare tra i 2 e i 2,5 milioni di metri cubi aggiuntivi. Senza questa autorizzazione la prossima campagna irrigua è seriamente a rischio”.

L’organizzazione sollecita inoltre che i lavori strutturali prescritti dal Ministero – necessari a incrementare stabilmente la capacità dell’invaso – vengano avviati solo dopo la stagione irrigua, quindi da settembre del prossimo anno. “Se i lavori inizieranno nel 2026 e dureranno diversi mesi, com’è prevedibile – continua Paladino – occorre pianificare per tempo le misure alternative per garantire l’irrigazione delle migliaia di ettari serviti dalla Trinità. Non possiamo trovarci all’ultimo minuto senza acqua e senza soluzioni. Ogni anno ci ritroviamo a gestire emergenze che potevano essere evitate”.

"Non si può accettare una situazione del genere - ribadisce Coldiretti Sicilia - soprattutto in relazione al disinteresse della politica che non ha ancora ben capito che la soluzione è solo una: continuare a puntare sugli invasi aziendali e interaziendali. Vedere che su questo non c'è un senso di responsabilità unanime è davvero incredibile. Negli ultimi anni sono state create cabine di regia, commissioni, tavoli tecnici, e ogni forma di struttura ma il risultato è che non piove e c'è siccità, piove e c'è siccità". Coldiretti Sicilia ribadisce che "è finito il tempo delle attese e delle ulteriori commissioni. Bisogna trovare una soluzione perché gli agricoltori vogliono solo l'acqua. E questa si può avere con un sistema aziendale funzionante. Anziché buttare l'acqua in mare - conclude - bisogna creare un sistema di raccolta che la faccia arrivare in campagna".