«Nel ’92 ricordo che una confidente di un mio maresciallo, Maria Romeo, rese dichiarazioni su Stefano Delle Chiaie e un suo coinvolgimento nella strage di Capaci. Il maresciallo Parrucchella me lo comunicò e io redassi un’informativa. All’epoca, stante la gravità della notizia e l’importanza delle affermazioni, portai la nota al procuratore della Repubblica presso la Pretura di Palermo, Salvatore Celesti, e mi recai direttamente dal procuratore aggiunto Vittorio Aliquò, il quale mi disse che bisognava approfondire».
Lo ha affermato il generale Gianfranco Cavallo, ascoltato in videocollegamento nel processo in corso a Caltanissetta a carico dell’ex brigadiere dei carabinieri Walter Giustini e di Maria Romeo, imputati di depistaggio, calunnia e falsa testimonianza in relazione alla cosiddetta «pista nera» sulla strage di Capaci, nella quale persero la vita il magistrato Giovanni Falcone, la moglie e gli agenti della scorta. I due imputati sono assistiti dagli avvocati Emilio Francesco Buttigè e Sonia Battagliese.
«Dopo quelle dichiarazioni — ha proseguito il generale Cavallo — eseguimmo dei controlli ai terminali, dai quali risultò che effettivamente Delle Chiaie in quel periodo era stato in Sicilia, perché era stato sottoposto a controlli a Villa San Giovanni, dove si era imbarcato. Emersero inoltre precedenti a suo carico per associazione a delinquere e altri reati. Questo era l’unico accertamento che potevamo compiere, non avendo competenza per svolgere indagini; perciò mi limitai a trasmettere l’informativa».
E ha aggiunto: «Ricordo di non aver discusso di questa nota con il brigadiere Walter Giustini, né quindi con il suo superiore».
Interrogato dall’avvocato Buttigè sulla fonte del maresciallo Parrucchella — se fosse esclusivamente la Romeo o anche il suo compagno, Alberto Lo Cicero — il teste ha dichiarato di non averne un ricordo preciso, confermando comunque quanto già riferito in precedenza.
La prossima udienza è stata fissata per il 15 dicembre alle 10.30 quando dovrebbe testimoniare anche l'ex magistrato nonché ex presidente del Senato Pietro Grasso.
Stefano Delle Chiaie, morto nel 2019, è stato un terrorista italiano, esponente dell'estrema destra extraparlamentare neofascista, coinvolto in alcuni processi nell'ambito della strategia della tensione come quello sulla strage di piazza Fontana e alla stazione di Bologna