×

IL DOSSIER

Clima, rapporto di Legambiente sugli eventi estremi: fenomeni in aumento, Agrigento e Catania tra le città più colpite

Eppure in Italia solo il 39,7 % dei Comuni coinvolti ha adottato un piano o una strategia di adattamento ai cambiamenti climatic

Alfredo Zermo

07 Novembre 2025, 11:06

Clima, rapporto di Legambiente sugli eventi estremi: fenomeni in aumento, Agrigento e Catania tra le città più colpite

Si parla spesso di tropicalizzazione del Mediterraneo. E anche se ancora da queste parti non si verificano gli uragani che colpiscono zone come i caraibi o il Pacifico, negli ultimi undici anni (dal 2015 a settembre 2025) in Italia sono stati registrati 811 eventi meteo estremi in 136 comuni con oltre 50.000 abitanti, interessando circa 18,6 milioni di persone, ossia il 31,5 % della popolazione nazionale. Di questi, 97 si sono verificati nei primi nove mesi del 2025.

Eppure, nonostante l’evidente aumento dei fenomeni, solo il 39,7 % dei comuni coinvolti ha adottato un piano o una strategia di adattamento ai cambiamenti climatici. A fotografare la situazione è il rapporto Legambiente, in collaborazione con il Gruppo Unipol, intitolato “CittàClima. Speciale governance per l’adattamento al clima delle aree urbane”.

In particolare, tra i fenomeni che si ripetono con maggiore frequenza si segnalano: allagamenti da piogge intense (371 eventi), raffiche di vento e trombe d’aria (167) ed esondazioni fluviali (60). I danni maggiori riguardano infrastrutture (55 casi, perlopiù causati da forti piogge o da temperature record) e grandinate (33 casi).

A pagare il prezzo più alto sono soprattutto i comuni con popolazione tra 50.000 e 150.000 abitanti: in questa fascia si concentra il 48 % del totale degli eventi (811). Tra le città più colpite figurano Agrigento (28 eventi), Ancona (14), Fiumicino (11), Forlì (11) e Como (11).

Tra i comuni più grandi (tra 150.000 e 500.000 abitanti), segnaliamo che Catania registra 13 casi. Tra le “metropoli” (oltre 500.000 abitanti), la medaglia “nera” va a Roma con ben 93 eventi dal 2015 a fine settembre 2025, seguita da Milano (40 eventi), Genova (36), Palermo (32), Napoli (20) e Torino (13).

Come osservato da Legambiente, la risposta dei Comuni all’emergenza climatica viaggia a velocità differenti: nelle città tra 50.000 e 150.000 abitanti, il 68 % è privo di piano o strategia di adattamento, mentre nelle fasce più grandi la percentuale di comuni attrezzati sale fino al 70 % (tra 150.000 e 500.000 abitanti) e all’83 % tra le città sopra i 500.000 abitanti.

Riflessione sul contesto siciliano: Catania e Agrigento

Nel contesto siciliano occorre porre particolare attenzione: Catania e Agrigento sono tra le aree urbane che hanno registrato un numero di eventi estremi superiore alla media nazionale per città della loro dimensione. Questo posiziona la Sicilia non solo tra le regioni vulnerabili per condizioni climatiche e geografiche, ma anche per la diffusione di fenomeni meteo intensi.

Secondo il rapporto, la Sicilia nel 2024 ha registrato 43 eventi estremi tra siccità, allagamenti ed esondazioni.
Questo dato pone in evidenza come le città siciliane, e in particolare quelle costiere o con bacini fluviali vulnerabili, debbano considerare con urgenza politiche di adattamento e resilienza.

Quali azioni urgenti

I dati richiamano due ordini di intervento prioritari:

  • Governance e pianificazione: occorre che i Comuni – in particolare quelli di media dimensione – si dotino di strategie chiare per l’adattamento al clima, integrando nelle proprie politiche urbane la prevenzione degli allagamenti, il drenaggio delle acque, la gestione delle siccità e la protezione delle infrastrutture.

  • Risorse e coerenza normativa: come osservato da Legambiente, mancano ancora risorse adeguate e competenze locali specifiche. È indispensabile che il governo nazionale inserisca nella legge di Bilancio le risorse necessarie per l’attuazione del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC) e che a livello internazionale l’Italia contribuisca in modo concreto agli impegni assunti nel quadro del Accordo di Parigi. 

In conclusione: l’Italia – e, nel nostro caso, la Sicilia – stanno vivendo un’accelerazione degli eventi meteorologici estremi, con città come Catania e Agrigento che spiccano per vulnerabilità. È giunto il momento di passare da dati e allarmi a pianificazioni concrete e urgenti, se vogliamo proteggere territori e comunità.