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Il sistema

La talpa "raffinatissima" di Cuffaro: «È uno buttato in alto... nei servizi segreti»

Una cena romana fa diventare l'ex governatore piuttosto prudente: «Quella carpetta la metti nella stanza di Rosi...»

Laura Distefano

06 Novembre 2025, 16:21

20:25

La talpa "raffinatissima" di Cuffaro: «È uno buttato in alto... nei servizi segreti»

«Molto in alto, buttato nei servizi segreti...». Parla così Totò Cuffaro del maceratese Filippo Paradiso, un nome spuntato per diversi motivi nel sistema "Siracusa" che vedeva regista l’avvocato pentito (potente legale di Eni) Pietro Amara. Paradiso è stato un ex poliziotto, che ha quasi sempre lavorato nelle stanze dei politici. Il personaggio spunta nelle carte del "Sistema Cuffaro": precisamente nel capitolo delle talpe. Quelle che avrebbero spifferato all’ex governatore che era nel mirino degli investigatori. Nonostante i suoi piani di andare in Burundi, Cuffaro ha provato a capire da più fonti chi (e soprattutto su cosa) stessero indagando.

Un anno fa. Era primavera. L’avvocato Claudio Gallina Di Lorenzo (che infatti ha rinunciato al mandato di difesa) andava a fargli visita per annunciargli che un «colonnello» voleva incontrarlo. Cuffaro ipotizzava che l’appuntamento riguardasse qualche notizia riservata. Il carabiniere Stefano Palminteri, in servizio nel comando Legione di Palermo, è infatti indagato per rivelazione del segreto investigativo assieme a Cuffaro. Ma perché questa solerzia a voler informare l’ex presidente? La risposta potrebbe arrivare da un’intercettazione del leader della Dc siciliana. Avrebbe provato, quando poi si sono visti, ad avere in cambio un posto per la moglie «nella cosa del microcredito». I carabinieri capiscono che l’appuntamento nello studio dell’avvocato, in via Streva, c’è stato: e visionando le telecamere di una banca vedono arrivare Cuffaro e il carabiniere.

Il nome di Paradiso entra dopo l’incontro con il «colonnello». Cuffaro in qualche modo vuole risposte più certe. E preciseTotò non stava nella pelle ed è partito alla volta di Roma. Al ristorante "Il Ceppo" di Roma si riunivano Cuffaro, Paradiso e altri soggetti.  L’ex governatore spiega a Carmelo Pace, anche lui indagato, che Paradiso lo avrebbe ammonito: «... Dice "ma tu parli assai al telefono", "come parlo assai al telefono? perché che ho fatto?"». L’ex poliziotto di Macerata sembrava particolarmente informato. 

Cuffaro non smette di esercitare il suo potere. La sua strategia sarebbe stata quella invece di eludere e sviare le indagini. E così mette sul tavolo un piano: quello di mettere il materiale scottante in una carpetta da spostare di ufficio. Così se i carabinieri dovessero arrivare all’assessorato alla famiglia - suo fortino politico con l’assessora Nuccia Albano - non troverebbero nulla. «Prendi una carpetta… e ce la fai tenere... te la devi tenere in una stanza diversa… se quando ti serve te la vai a prendere! Senti a me… tu non è che gli devi dare confidenza agli altri... vai nella casa di... nella stanza di Rosi… come si chiama... una cosa è la stanza di Rosa e una cosa sei tu, non è che si possono mettere a guardare dappertutto».