La storia
Castello Ursino occupato: ma l’affittuario che non paga (da 33 anni) è il Comune di Catania
A fine ottobre municipio e Demanio hanno firmato il contratto si tratta di una concessione gratuita, per il museo, per i prossimi 19 anni
Castello Ursino occupato. Probabilmente involontariamente, ma tant’è. Perché di fatto, dal 1992 a oggi, il Comune di Catania ha gestito ed è stato dentro al maniero di piazza Federico di Svevia senza avere alcun titolo. Una situazione che è stata regolarizzata solo pochi giorni fa, con la firma dell’atto di concessione a uso gratuito, per 19 anni, dell’Agenzia del Demanio nei confronti di Palazzo degli Elefanti.
La storia è piuttosto strana di per sé ed è ricostruita tutta nell’atto firmato fra il Demanio e il municipio il 30 ottobre di quest’anno. La premessa è una: dal 1933 quello che in burocratese viene chiamato «compendio immobiliare» è nelle mani del Comune. Proprietario del maniero, fatto costruire intorno al 1239 da Federico II (“stupor mundi”) in persona, è naturalmente lo Stato. Che 92 anni fa ha cominciato ad affittarlo al municipio catanese. Di pertinenza del castello, anche se non censito al catasto, c’è naturalmente anche il fossato.
«L’ultimo utilizzo regolare a favore del Comune di Catania è stato sancito con la stipula del contratto di locazione del 14 settembre 1987, di durata pari a sei anni, con decorrenza dall’1 gennaio 1986 e scadenza il 31 dicembre 1991». Nell’atto erano a carico del Comune le manutenzioni ordinarie e straordinarie, ma anche un canone di locazione di 3,4 milioni di lire l’anno «considerata l’utilizzazione per scopi sociali, culturali e artistici». Una pigione del tutto simbolica che però, dal 1992, il Comune non ha nemmeno più pagato, perché privo di contratto.
Dall’1 gennaio 1992, insomma, è scritto nero su bianco: «Il Comune di Catania utilizza il suddetto compendio senza titolo». È, in altri termini, un occupante abusivo. Che dovrebbe pure versare un indennizzo per tutti gli anni che ha passato a fare il museo su un bene dentro al quale non aveva diritto a stare. Pur avendoci fatto dentro, e più di una volta, lavori di ristrutturazione di una certa importanza. Gli ultimi, per dire, sono la ragione della chiusura attuale.
Tra istituzioni garbate, alle volte le cose si riescono a risolvere senza carte bollate: visto che la direzione Patrimonio del Comune si è detta disponibile ad acquisire il Castello Ursino, nell’attesa che transiti dai beni dello Stato a quelli della Regione, e visti tutti gli investimenti di questi anni, allora si può anche trovare un accordo. Cioè la concessione a titolo gratuito, per 19 anni. Attribuendo a Palazzo degli Elefanti il pagamento di oneri dovuti all’Erario a partire dal 2022, per «13.210,58 euro, oltre interessi e mora». Escluso il 2025, che il municipio deve ancora versare.
E così, dall’1 novembre 2025 al 31 ottobre 2044 il Castello Ursino è, a pieno titolo, del Comune. Un periodo rinnovabile per altri 19 anni, «a, sempre che non siano sopraggiunte esigenze di carattere governativo». Una formula necessaria che difficilmente produrrà effetti, come non ne ha prodotti dal 1933 a oggi. Inclusi gli anni in cui il Comune portava avanti la sua occupazione a scopo sociale.