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Cuffaro e Romano, chi sono gli ex enfant prodige della Dc

Gli ex protetti di Mannino, tra richieste di arresti domiciliari, vicende giudiziarie passate e un divorzio politico recente

Redazione La Sicilia

04 Novembre 2025, 10:14

11:21

Cuffaro e Romano, chi sono gli ex enfant prodige della Dc

Il loro legame politico è durato trent'anni: cresciuti nella Democrazia Cristiana, entrambi, in anni diversi, segretari regionali dei giovani Dc, entrambi «figli» del vecchio potente ex ministro agrigentino Calogero Mannino, Totò Cuffaro ex governatore siciliano di Raffadali, e Saverio Romano, ex ministro dell’Agricoltura del Governo Berlusconi originario di Belmonte Mezzagno, piccolo centro alle porte di Palermo, oggi hanno in comune anche una indagine per corruzione e turbativa d’asta. Per entrambi la Procura di Palermo ha chiesto gli arresti domiciliari. La loro sorte la deciderà il gip che ha notificato loro un invito a comparire per l’interrogatorio preventivo all’esito del quale provvederà sull'istanza dell’accusa per Cuffaro e deciderà se chiedere l'autorizzazione a procedere per Romano, che è deputato.


Un percorso politico condiviso per anni quello di Romano e Cuffaro: dalla comune militanza nella Dc, al passaggio all’Udc. Poi l’uscita di Romano dal partito di Casini, la fondazione del Pid, il sostegno a Berlusconi e la nomina a ministro seguita da un inatteso comunicato del Quirinale che faceva trapelare tutto l’imbarazzo del Colle per una scelta inopportuna in presenza di un’inchiesta per mafia in corso, poi conclusasi con l’assoluzione per insufficienza di prove. Ma l'amicizia tra i due vecchi democristiani, nonostante le diverse strade politiche prese, non è mai venuta meno. C'era Romano a dividere con l’ex governatore le ore di attesa della sentenza della Cassazione che confermò la condanna dell’ex presidente della Regione per favoreggiamento aggravato a 7 anni. Cuffaro ne ha scontati meno di cinque: 4 anni e 11 mesi per la precisione. Chiusi i conti con la giustizia, grazie all’indulto di un anno per i reati «non ostativi» e lo sconto di 45 giorni ogni sei mesi per buona condotta, dopo una parentesi «umanitaria» in cui scelse di dedicarsi alle missioni per aiutare i bambini del Burundi, l’ex presidente della Regione non ha resistito all’antico amore della politica. E, dopo aver ottenuto dal Tribunale di sorveglianza di Palermo la completa riabilitazione - i giudici nel 2023 hanno dichiarato «estinta» la pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e dunque 'nulla ostà a una sua eventuale candidatura- ha preso le redini del partito che 3 anni prima aveva fondato: la Nuova Dc.

Ma il sodalizio politico di una vita si è interrotto qualche mese fa, un divorzio suggellato dall’assenza di Cuffaro alla festa nazionale di Noi Moderati, partito in cui ora milita il vecchio amico, e da quella di Romano alla Festa dell’Amicizia. "Perché non siete alla festa della Dc?» fu chiesto all’ex ministro. «No comment» rispose lui, sancendo un divorzio per molti definitivo.