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Caso Ghiglia: la mail "Domani vado da Arianna Meloni" scatena polemiche sul garante dopo la multa a Report
Scoppia il caso su presunte pressioni politiche e sulla libertà di stampa
Un nuovo caso scuote il mondo politico e mediatico italiano: Agostino Ghiglia, esponente di Fratelli d’Italia e membro del Garante per la Privacy, è finito sotto i riflettori per un presunto incontro con Arianna Meloni, sorella della premier Giorgia Meloni, poco prima che l’Authority comminasse una multa da 150.000 euro alla trasmissione Report.
La mail che ha scatenato il caso
Tutto è partito da una mail interna inviata da Ghiglia all’Agcom, in cui si legge: «Domani vado da Arianna Meloni». Il messaggio, reso pubblico da Report, ha sollevato dubbi sull’indipendenza dell’Authority e ha alimentato sospetti di pressioni politiche in merito alla sanzione inflitta al programma condotto da Sigfrido Ranucci.
Il contenuto contestato da Report
La sanzione riguarda la messa in onda di un audio privato tra l’ex ministro Gennaro Sangiuliano e sua moglie, Federica Corsini. Ghiglia aveva inizialmente proposto un semplice ammonimento, ma dopo la visita alla sede di Fratelli d’Italia, l’Authority ha optato per una multa salata.
Report ha diffuso un video che mostra Ghiglia entrare nella sede del partito, alimentando ulteriori polemiche. Ghiglia ha risposto con una diffida alla trasmissione, accusandola di aver acquisito illecitamente corrispondenza privata e chiedendo la cancellazione del contenuto dai social e dalla puntata.
La reazione di Arianna Meloni
Arianna Meloni ha definito le accuse «senza senso, fuori da ogni logica», negando qualsiasi coinvolgimento nella decisione del Garante. Ha dichiarato di aver solo «incrociato e salutato» Ghiglia, e ha sottolineato che la sanzione sarebbe stata decisa indipendentemente da lei.
La risposta di Ghiglia
«Posto che non mi risulta alcuna mail, mi chiedo di quale facezie stiamo parlando visto che mi accusano di qualunque cosa». Lo sottolinea Agostino Ghiglia, membro del Garante per la Privacy, rispondendo ad una domanda dell’Ansa sulle ultime rivelazioni di Report. in merito alla mail che avrebbe inviato alla sua segretaria scrivendo ‘Vado da Arianna’, prima di recarsi a via della Scrofa precisa: «Non sono abituato a piangere e quindi mi metto a ridere. Io sono andato da Bocchino per parlare del mio nuovo libro che presenteremo insieme il 14 novembre a Bologna, poi ho incontrato Arianna Meloni per un breve saluto. Il mio ‘vado da Arianna’ significa ‘vado al Secolo d’Italia’ perché la sede di FdI e il Secolo d’Italia sono nello stesso posto».
«Ma se anche fosse? Non sono libero di incontrare chi mi pare? - prosegue -. Un conto è vedere le persone, un altro è fare qualcosa che non va dopo averle viste. Nessuno mi ha chiesto nulla. Io chiedo a Ranucci perché va sul palco della Cgil o da qualsiasi altra parte? Mi chiedo: c’è un interesse pubblico se il membro di un’Autorità incontra casualmente una persona?».
Le accuse di censura
Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, ha denunciato un tentativo di censura da parte di Ghiglia e ha difeso la legittimità del servizio giornalistico. Il caso ha riacceso il dibattito sul rapporto tra politica e libertà di stampa, con molti che vedono nella vicenda un pericoloso precedente.
Le reazioni politiche
«Ci provano in tutti i modi a bloccare Report. Mi auguro che vada in onda su Rai Tre, stasera, come previsto e che il tentativo di bloccare la messa in onda sia vano. Come possiamo fidarci di un’Autorità di garanzia dopo le anticipazioni della puntata di Report? No, non possiamo fidarci». Così in una nota Sandro Ruotolo, responsabile Informazione nella segreteria nazionale del Pd ed europarlamentare. «Ogni sentenza, ogni provvedimento dell’Autorità per la Privacy sarà da oggi segnato da un’ombra: non sapremo più se le decisioni sono state prese nel pieno della trasparenza e dell’indipendenza, o dopo essersi consultati con il partito di riferimento, in questo caso Fratelli d’Italia, il partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni», aggiunge Ruotolo, affermando che «lo scandalo che coinvolge Agostino Ghiglia, ex esponente di Alleanza Nazionale nominato proprio dal governo Meloni, è uno spartiacque».
«La diffida di Agostino Ghiglia, membro del Garante della Privacy, contro Report è un fatto gravissimo, un atto che rappresenta l’ennesimo tentativo di mettere a tacere la libera informazione. Siamo alla censura. La diffida è la dimostrazione che non si vuole far conoscere la verità agli italiani a partire dal ruolo di FdI e dei partiti di governo nella vicenda che ha portato l’authority a sanzionare Report». Afferma in una nota Angelo Bonelli, deputato di Avs e co-portavoce di Europa Verde.