Il caso
L'Arpa arruola quattro dirigenti con il bando di cinque anni fa: nessuna sorpresa, vince chi già era dentro (e in proroga)
Novanta si erano candidati nel 2020, otto si sono presentati alla prima prova, all'inizio di luglio 2025. Alla fine, hanno passato la scrematura in cinque. E il resto è storia di oggi (anzi, del 31 ottobre)
Il contratto è a decorrere dall'1 novembre ma, col sabato e la domenica di mezzo, sarà oggi il primo giorno di lavoro dei quattro nuovi dirigenti a tempo pieno, e indeterminato, dell'Arpa Sicilia. E si potrebbe dire: finalmente. Visto che il bando che adesso è arrivato a conclusione, con la presa d'atto della graduatoria finale e l'ordine di predisporre i contratti, risale al lontano 2020 e che, quindi, ci sono voluti cinque anni per concludere la procedura. Senza che, peraltro, l'elenco dei vincitori riservi sorprese particolari: a sbaragliare la concorrenza, ottenendo sempre punteggi altissimi, sono le due funzionarie Federica Rodi e Silvana Maria Rotondo, già in servizio all'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente. In proroga da tempo, Rodi e Rotondo ricoprono rispettivamente l'incarico di dirigente degli Affari generali e legali e dirigente della Gestione delle risorse umane. Il terzo posto messo a bando lo vince Stefano Fiorellini, anche lui già in servizio all'Arpa ma proveniente dall'Ente parco delle Madonie; il quarto Erminia Casano, già all'Asp di Trapani.
La storia di questo bando è piuttosto articolata. Parte, come detto, nel 2020 e, in origine, serviva a coprire otto posti in tutto, inclusi quattro per il ruolo di dirigente professionale. La procedura viene interrotta la prima volta per colpa di alcuni correttivi alla finanziaria regionale. Poi, tra il 2021 e il 2023, interviene lo stop ai contratti a tempo indeterminato per dirigenti in tutta la Regione Siciliana (e l'Arpa ne è un ente strumentale).
Finito il divieto, sono rimaste le cattive acque: «Sono sopraggiunte problematiche connesse al finanziamento dell’Agenzia - scrive l'Arpa - che hanno determinato difficoltà gestionali importanti, in assenza della certezza dell’importo del contributo a valere sul fondo sanitario regionale e che non hanno consentito di poter proseguire con l’espletamento delle procedure concorsuali già indette e già avviate». Fortuna che poi è arrivata la legge di Stabilità 2025, quando grazie all'assessora all'Ambiente Giusi Savarino per l'Agenzia siciliana arriva qualche soldo in più. Abbastanza per fare ripartire, parzialmente, quel concorso di cinque anni fa. Aggiornando, a questo punto, la composizione della commissione esaminatrice.
Ai 90 candidati del 2020 viene chiesto di presentarsi l'1 luglio 2025 per sostenere la prima prova. La convocazione è un avviso pubblicato sul sito dell'Arpa: nient'altro. Così, alla fine, i candidati che arrivano a Palermo sono soltanto otto. Passano la prima fase in cinque. In pratica vincono tutti i partecipanti, tranne uno. Il vecchio bando, inoltre, stabiliva che la metà dei posti disponibili, quindi due, venissero riservati al personale interno. I conti sono presto fatti, la percentuale di successo è altissima.
Il 31 ottobre 2025 il direttore generale dell'Arpa Sicilia Vincenzo Infantino firma il decreto di nomina dei vincitori. Federica Rodi ottiene un punteggio di 92,59; Silvana Rotondo di 88,81; Erminia Casano raggiunge 69,49 punti; Stefano Fiorellini 69,17. Stando così le cose, puntualizza il provvedimento dell'Agenzia, non è nemmeno necessario «procedere all’utilizzo della riserva prevista dal bando di concorso al personale interno». Nel senso: hanno vinto comunque, non serve usare gli spazi riservati.
Date queste premesse, continua il provvedimento, si può «procedere alla costituzione del rapporto di lavoro a tempo pieno e indeterminato, sotto condizione dell'accertamento dei requisiti richiesti per l'assunzione, nel profilo di dirigente amministrativo, con i candidati dichiarati vincitori». Il contratto, come detto, parte dall'1 novembre. Secondo quanto riportato nel decreto, i nuovi dirigenti costeranno all'Arpa, per questi due mesi rimanenti nel 2025, 65.950 euro. Per il 2026, invece, tra compensi e oneri, l'Agenzia deve mettere da parte 395.701 euro. Stessa somma per il 2027. Costi già previsti nel bilancio di previsione Arpa 2025-2027.